Ecco che alla fine il famigerato decreto è arrivato! Visto da noi cittadini questo è il colpo di grazia per il nostro ospedale. Il DCA 30 prefigura addirittura un ridimensionamento rispetto al DCA 9.

Ci sono voluti alcuni giorni e molte compresse di Maalox per “comprenderlo”, ma soprattutto per poter “digerire” la farsa del consiglio comunale andata in scena il 4 marzo scorso.

Ascoltate le dichiarazioni nell’assise cittadina, possiamo affermare che Pinocchio, che siede sulla poltrona di primo cittadino, è sicuramente in buona compagnia. Maggioranza e opposizione, Amministrazione come ama definirla il Nostro, tutti colpevoli di ignavia e pressapochismo!

La sceneggiata inizia con Pinocchio che si dichiara “moderatamente soddisfatto” del Decreto di Scura, bisogna comprenderlo, sono fatti della “stessa pasta” col commissario.

Ecco che allora arrivano i capitani di ventura che si scagliano contro Scura, reo di aver “tradito i patti”. Quali patti? Quelli “firmati” nelle segrete stanze o quelli chiesti a gran voce dalla popolazione stanca di vessazioni.

Pinocchio, vista la mala parata, allora, cambia strategia. Ecco che il decreto non è più soddisfacente ma “può essere migliorato”. Ma come? Abbiamo aspettato un anno per averlo, e adesso deve essere modificato? Altra presa in giro!

Chi ha ascoltato il dibattito, che chiamarlo tale è un’offesa all’intelligenza collettiva, ha perfettamente chiaro il concetto di ventilatore. Infatti, un ventilatore è un modo più efficiente per muovere l’aria, che non aprire bocca e darle fiato, per chi vuol prendere in giro i cittadini!

Chi si è recato all’ospedale di Acri, suo malgrado, si è dovuto rendere conto che per i casi di media o grave entità, come la febbre alta di un bambino, un principio di infarto, un trauma cranico, una frattura, una emorragia interna, non possono essere gestiti ad Acri, poiché le condizioni del P.S. unito al protocollo sull’emergenza-urgenza, impone che il paziente sia “stabilizzato”, e sia trasferito in altri ospedali, come quello  di Rossano, Castrovillari, o Cosenza, come dire “Che Dio ce la mandi buona!”.

Acri doveva dipendere da Cosenza, un ospedale HUB, come mai non è stato così? La decisione sarà mica legata alla subentrata incompatibilità di Pinocchio con la carica di Sindaco e di revisore dei Conti all’A.O. di Cosenza? Meglio Rossano allora, ad oltre 50 minuti di distanza (SS106 permettendo!).

Cosa dice poi Pinocchio: “Dobbiamo coinvolgere la popolazione e scendere in piazza!”. Scendere in piazza? Ma se nell’unica manifestazione organizzata in favore dell’ospedale non voleva nemmeno partecipare, ma poi è si unito di nascosto insieme ai suoi accoliti, come un comune cittadino, volendosi prendere anche il merito di averla organizzata lui questa manifestazione (vedi Lino Polimeni, articolo 21)!

Pinocchio, ci ha chiamati mentitori, come dire “’O Voiu chiema curnutu allu ciucciu!”, e ci ha accostato ad un partito politico, solo per far confusione. E’ bravo in questo. Come sono bravi i suoi soci. Attaccano i cittadini sul personale, e sviano l’attenzione dalle problematiche reali, quando non possono, e soprattutto non vogliono, rispondere nel merito delle questioni e nei fatti. Pinocchio ci ha anche chiamato, in diverse sedute consiliari e diversi comunicati stampa, tutti filmati e documentati: “evasori”, “opportunisti”, “trombati della politica”, “pseudoassociazione”, “confusionari”, “fomentatori alla disobbedienza fiscale”, “fantomatici”, “disinformati”, “irresponsabili”, “falsi”, ecc.. Cosa abbiamo fatto di male per avere questo trattamento? Abbiamo solo espresso critiche legittime, da cittadini insoddisfatti e delusi da anni di mal governo. Ma se le  critiche sono legittime, le offese no! Noi non accetteremo più offese da parte di chicchessia, men che meno da chi ricopre incarichi istituzionali.

Forse dovevamo subire supinamente senza protestare. Pinocchio e soci, dimenticano, però, di essere nostri dipendenti, pagati con le nostre tasse, ed ai cittadini, datori di lavoro, devono necessariamente rendere conto!

Noi, forse ingenuamente, avevamo maturato una proposta per il rilancio del nostro nosocomio. Essa può anche essere considerata ambiziosa, incompleta, o generica dal punto di vista tecnico, forse utopica, ma nessuno può affermare che non sia stata redatta e presentata ai destinatari, senza essere in malafede!

Noi non siamo tecnici, siamo semplici cittadini, e nella nostra ingenuità, volevamo solo dare un contributo alla risoluzione positiva della questione ospedale.

Nonostante le richieste di incontro inviate a Scura ed ad Oliverio, non abbiamo mai avuto risposta. Non siamo stati mai invitati agli incontri in Regione, e nemmeno all’ASP di Cosenza. Non siamo stati nemmeno invitati nell’ultimo incontro del 17 febbraio in comune, dove erano presenti molte associazioni del territorio, partiti, e sindacati, ma non l’associazione che ha organizzato una manifestazione con oltre 5000 acresi arrabbiati per le sorti del nostro ospedale, per la viabilità negata, per la crisi che attanaglia le famiglie, e per l’emorragia di giovani.

Per noi, l’ospedale di Acri, come anche gli altri ospedali di montagna, diventerà un parcheggio per anziani. Per i servizi ci saranno i privati, perché affidarsi al pubblico? Negli osannati Hub diventa una roulette russa con tempi biblici. Una risonanza non si fa prima dei tre mesi. Una visita neurologica non prima di settembre. Mentre per un ecogardiogramma in alcuni casi ci vuole il 2017. Le zone montane avranno il day surgery, ma quando sarà istituito nessuno lo sa, lo prevedeva da aprile scorso il vecchio decreto n. 9 e in nessuno dei quattro ospedali di montagna è mai partito, ed è passato quasi un anno, dicasi lo stesso per la Lungodegenza. Si torna ai livelli assistenziali degli anni 60 e le strade sono pressoché uguali.

Leggiamo di decine di sindaci, che sulla costa tirrenica, raccolgono firme per chiedere la cacciata di Scura, Primari di ospedali come Vibo che si dimettono in massa, Popolazioni di zone montane come Soveria Mannelli, Serra San Bruno e S. Giovanni in Fiore sul “piede di guerra”, e ad Acri? “Siamo moderatamente soddisfatti!”.

Ci chiediamo quante altre prove vogliono i nostri concittadini per dimostrare che gli interessi di questi politicanti, locali e non, sono molto differenti da quelli reali della popolazione. I cittadini devono indignarsi e sentirsi traditi da tutte le promesse mancate, e pretendere la loro cacciata per manifesta incompetenza!

Siamo stufi di essere presi per i fondelli!

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi