Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Mese: Marzo 2016

Più tasse per tutti!

Ecco che ci risiamo. Ancora una volta i cittadini acresi vengono vessati da tasse e balzelli illegittimi. Non solo per Tributi non dovuti, non solo per disservizi ad ogni livello amministrativo e di gestione, ma anche per errori dovuti alla trasmissione dei dati da parte dell’Ufficio Tributi del Comune di Acri ad Equitalia. Quest’ultima pretende dai cittadini acresi, anche da quelli che hanno già pagato interamente la TARES 2013, il pagamento delle bollette oppure delle sole spese di notifica delle stesse. Molti nostri concittadini sono stati costretti a recarsi presso gli uffici Equitalia, visto che all’ufficio tributi “cadono dalle nuvole”, affrontando un viaggio inutile, per cercare di risolvere il problema, ma gli esattori sono stati inflessibili. A nulla è servita l’esibizione della ricevuta di pagamento di quanto dovuto, l’agenzia di riscossione pretende il pagamento delle spese di invio. All’Ufficio Tributi come al solito non danno risposte, e non sanno o non possono risolvere il problema, che sottolineamo riguarda centinaia di nostri concittadini. Dallo stesso ufficio ci hanno anche risposto in maniera “professionale” che: “i capi sono a conoscenza della questione, ma non abbiamo avuto comunicazioni su cosa fare!”, e poi ci hanno aggiunto “scrivete un bell’articolo su questa cosa!”, eccovi accontentati! Sappiamo per certo che il Sindaco si reca spesso presso gli uffici di Equitalia, ed anche a quelli dell’Agenzia delle Entrate, ma non sappiamo cosa vada a fare. Forse ci va anche per la sua attività di commercialista, noi speriamo non solo per questo! Intanto, sulla questione tace, o per meglio dire il suo portavoce, tace. Il messaggio però è chiaro: “acresi arrangiatevi”, nella vana attesa di una comunicazione ufficiale. Intanto, cittadini di ogni età, pensiamo soprattutto a quelli più anziani, sono costretti, loro malgrado ad affrontare ulteriori spese, con connessa perdita di tempo per l’incapacità di chi ci amministra.

Ci chiediamo, cosa altro dobbiamo fare per far si che i nostri diritti vengano rispettati, e per quanto ancora noi cittadini dovremo subire questo vergognoso trattamento!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Il Paese dei Balocchi!

Ecco che alla fine il famigerato decreto è arrivato! Visto da noi cittadini questo è il colpo di grazia per il nostro ospedale. Il DCA 30 prefigura addirittura un ridimensionamento rispetto al DCA 9.

Ci sono voluti alcuni giorni e molte compresse di Maalox per “comprenderlo”, ma soprattutto per poter “digerire” la farsa del consiglio comunale andata in scena il 4 marzo scorso.

Ascoltate le dichiarazioni nell’assise cittadina, possiamo affermare che Pinocchio, che siede sulla poltrona di primo cittadino, è sicuramente in buona compagnia. Maggioranza e opposizione, Amministrazione come ama definirla il Nostro, tutti colpevoli di ignavia e pressapochismo!

La sceneggiata inizia con Pinocchio che si dichiara “moderatamente soddisfatto” del Decreto di Scura, bisogna comprenderlo, sono fatti della “stessa pasta” col commissario.

Ecco che allora arrivano i capitani di ventura che si scagliano contro Scura, reo di aver “tradito i patti”. Quali patti? Quelli “firmati” nelle segrete stanze o quelli chiesti a gran voce dalla popolazione stanca di vessazioni.

Pinocchio, vista la mala parata, allora, cambia strategia. Ecco che il decreto non è più soddisfacente ma “può essere migliorato”. Ma come? Abbiamo aspettato un anno per averlo, e adesso deve essere modificato? Altra presa in giro!

Chi ha ascoltato il dibattito, che chiamarlo tale è un’offesa all’intelligenza collettiva, ha perfettamente chiaro il concetto di ventilatore. Infatti, un ventilatore è un modo più efficiente per muovere l’aria, che non aprire bocca e darle fiato, per chi vuol prendere in giro i cittadini!

Chi si è recato all’ospedale di Acri, suo malgrado, si è dovuto rendere conto che per i casi di media o grave entità, come la febbre alta di un bambino, un principio di infarto, un trauma cranico, una frattura, una emorragia interna, non possono essere gestiti ad Acri, poiché le condizioni del P.S. unito al protocollo sull’emergenza-urgenza, impone che il paziente sia “stabilizzato”, e sia trasferito in altri ospedali, come quello  di Rossano, Castrovillari, o Cosenza, come dire “Che Dio ce la mandi buona!”.

Acri doveva dipendere da Cosenza, un ospedale HUB, come mai non è stato così? La decisione sarà mica legata alla subentrata incompatibilità di Pinocchio con la carica di Sindaco e di revisore dei Conti all’A.O. di Cosenza? Meglio Rossano allora, ad oltre 50 minuti di distanza (SS106 permettendo!).

Cosa dice poi Pinocchio: “Dobbiamo coinvolgere la popolazione e scendere in piazza!”. Scendere in piazza? Ma se nell’unica manifestazione organizzata in favore dell’ospedale non voleva nemmeno partecipare, ma poi è si unito di nascosto insieme ai suoi accoliti, come un comune cittadino, volendosi prendere anche il merito di averla organizzata lui questa manifestazione (vedi Lino Polimeni, articolo 21)!

Pinocchio, ci ha chiamati mentitori, come dire “’O Voiu chiema curnutu allu ciucciu!”, e ci ha accostato ad un partito politico, solo per far confusione. E’ bravo in questo. Come sono bravi i suoi soci. Attaccano i cittadini sul personale, e sviano l’attenzione dalle problematiche reali, quando non possono, e soprattutto non vogliono, rispondere nel merito delle questioni e nei fatti. Pinocchio ci ha anche chiamato, in diverse sedute consiliari e diversi comunicati stampa, tutti filmati e documentati: “evasori”, “opportunisti”, “trombati della politica”, “pseudoassociazione”, “confusionari”, “fomentatori alla disobbedienza fiscale”, “fantomatici”, “disinformati”, “irresponsabili”, “falsi”, ecc.. Cosa abbiamo fatto di male per avere questo trattamento? Abbiamo solo espresso critiche legittime, da cittadini insoddisfatti e delusi da anni di mal governo. Ma se le  critiche sono legittime, le offese no! Noi non accetteremo più offese da parte di chicchessia, men che meno da chi ricopre incarichi istituzionali.

Forse dovevamo subire supinamente senza protestare. Pinocchio e soci, dimenticano, però, di essere nostri dipendenti, pagati con le nostre tasse, ed ai cittadini, datori di lavoro, devono necessariamente rendere conto!

Noi, forse ingenuamente, avevamo maturato una proposta per il rilancio del nostro nosocomio. Essa può anche essere considerata ambiziosa, incompleta, o generica dal punto di vista tecnico, forse utopica, ma nessuno può affermare che non sia stata redatta e presentata ai destinatari, senza essere in malafede!

Noi non siamo tecnici, siamo semplici cittadini, e nella nostra ingenuità, volevamo solo dare un contributo alla risoluzione positiva della questione ospedale.

Nonostante le richieste di incontro inviate a Scura ed ad Oliverio, non abbiamo mai avuto risposta. Non siamo stati mai invitati agli incontri in Regione, e nemmeno all’ASP di Cosenza. Non siamo stati nemmeno invitati nell’ultimo incontro del 17 febbraio in comune, dove erano presenti molte associazioni del territorio, partiti, e sindacati, ma non l’associazione che ha organizzato una manifestazione con oltre 5000 acresi arrabbiati per le sorti del nostro ospedale, per la viabilità negata, per la crisi che attanaglia le famiglie, e per l’emorragia di giovani.

Per noi, l’ospedale di Acri, come anche gli altri ospedali di montagna, diventerà un parcheggio per anziani. Per i servizi ci saranno i privati, perché affidarsi al pubblico? Negli osannati Hub diventa una roulette russa con tempi biblici. Una risonanza non si fa prima dei tre mesi. Una visita neurologica non prima di settembre. Mentre per un ecogardiogramma in alcuni casi ci vuole il 2017. Le zone montane avranno il day surgery, ma quando sarà istituito nessuno lo sa, lo prevedeva da aprile scorso il vecchio decreto n. 9 e in nessuno dei quattro ospedali di montagna è mai partito, ed è passato quasi un anno, dicasi lo stesso per la Lungodegenza. Si torna ai livelli assistenziali degli anni 60 e le strade sono pressoché uguali.

Leggiamo di decine di sindaci, che sulla costa tirrenica, raccolgono firme per chiedere la cacciata di Scura, Primari di ospedali come Vibo che si dimettono in massa, Popolazioni di zone montane come Soveria Mannelli, Serra San Bruno e S. Giovanni in Fiore sul “piede di guerra”, e ad Acri? “Siamo moderatamente soddisfatti!”.

Ci chiediamo quante altre prove vogliono i nostri concittadini per dimostrare che gli interessi di questi politicanti, locali e non, sono molto differenti da quelli reali della popolazione. I cittadini devono indignarsi e sentirsi traditi da tutte le promesse mancate, e pretendere la loro cacciata per manifesta incompetenza!

Siamo stufi di essere presi per i fondelli!

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi

Niente alibi

Adesso non ci sono più alibi!

Da diversi mesi aspettiamo la pubblicazione del decreto per il riordino della sanità calabrese, e di conoscere il destino del P.O. di Acri, ma come sospettavamo nulla è stato fatto, e con ogni probabilità non lo sarà prima di aprile, ad un anno esatto dal famigerato decreto n.9. Cosa ci dobbiamo aspettare? Noi un idea di come vogliamo e dovrebbe essere, ce l’abbiamo. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione sul sito del ministero della Salute, delle disposizioni riguardante le strutture della rete per l’emergenza ospedaliera sul territorio nazionale. Nell’elenco l’ospedale di Acri è definito DEA1. I DEA sono i Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, Acri è di Primo Livello, come gli altri ospedali montani di Serra San Bruno e San Giovanni in Fiore, ma non Soveria Mannelli (semplice Pronto Soccorso). Questo significa che l’ospedale di Acri dovrà essere dotato di un Pronto Soccorso, che oltre le normali prestazioni di PS, dovrà garantire anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione (attraverso spazi appositi, noti come sala rossa) e dovrà inoltre garantire interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Sono inoltre assicurate prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. Tutto questo h24! Questo comporterà che tutto l’ospedale dovrà supportare l’attività di Emergenza e Accettazione, e che quindi dovranno essere garantiti eventualmente gli interventi di urgenza con tutto ciò che ne consegue. Significa quindi che non ci saranno solo interventi in Day Surgery (programmati) ma anche interventi in urgenza con ricovero e assistenza in reparto. Inoltre, bisogna tener conto anche del D. Lgs n.70 del 2015, del Ministero della Salute, che definisce il Regolamento degli Standard Qualitativi, Strutturali, Tecnologici e Quantitativi, per gli ospedali, gli ospedali di zona disagiata come è quello di Acri.

Come LACA, nonostante aver organizzato una manifestazione popolare con piazza migliaia di nostri concittadini, a difesa dell’ospedale, siamo stati ignorati dalla politica locale, e non siamo stati coinvolti negli incontri ufficiali con il commissario Scura. Nonostante la reticenza della politica, in questi mesi, non siamo stati a guardare. Abbiamo chiesto autonomamente, più volte di essere ricevuti dal commissario Scura, per esporre la nostra proposta di rilancio dell’ospedale di Acri, redatta con l’aiuto del personale che vi lavora e opera, e che conosce in modo approfondito le problematiche e i punti nevralgici sui quali intervenire per il suo rilancio. Essa è stata recapitata sia al commissario Scura, nonché al presidente Oliverio affinché fosse valutata. In essa chiediamo appunto il rispetto degli standard minimi di assistenza, i L.E.A., la gestione in sicurezza dell’emergenza-urgenza, e la giusta considerazione per l’ospedale di zona disagiata come è Acri.

In definitiva, le linee guida del ministero ci sono, la normativa pure, la disponibilità di Scura sembra anche che ci sia, adesso non ci sono più alibi affinché l’ospedale di Acri e tutti i cittadini riacquistino la dignità che meritano!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

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