Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Mese: Dicembre 2017

La Salute può attendere!

Siamo “contenti” di sapere che la Calabria si è dotata finalmente di una legge sul golf! Nell’ultima seduta del Consiglio regionale, prima della pausa natalizia, è stato approvato un provvedimento con l’ambizioso obiettivo di voler incrementare il turismo infrastagionale, ma che nel contempo autorizza il consumo di suolo per la realizzazione di campi da golf. Nella stessa seduta, promosso dal presidente Oliverio, doveva essere discusso un ordine del giorno per la realizzazione di un’unica Azienda Sanitaria regionale. L’obiettivo non dichiarato era di fare pressione sul ministro Lorenzin, al fine di far terminare il commissariamento della Sanità. Iniziativa miseramente fallita quella di Oliverio, grazie anche alla maggioranza in Consiglio, segno, questo, che la Sanità può attendere ma il golf no!

Dati alla mano, è di oltre 100 milioni di euro di debito di bilancio sanitario regionale dovuto alla mala gestione delle cinque ASP calabresi per il quale il Ministero della Salute ha imposto ancora il commissariamento e sul quale non hanno monitorato né la struttura commissariale né il dipartimento alla sanità della regionale Calabria. A fronte di tale deficit, i direttori generali (a nomina politica) si sono auto attribuiti un bonus di decine di migliaia di euro per i “risultati raggiunti”.

Intanto, ad Acri attendiamo ancora l’attuazione del decreto commissariale n.64/2016. E’ passato oltre un anno dall’emanazione del decreto e oltre 4 mesi dalle vane promesse del dott. Mauro, ma ancora non sono stati attivati i servizi previsti. Attendiamo la definizione delle competenze dei differenti reparti, come il PS, la Chirurgia e la Radiologia, lasciate sotto il controllo dell’ospedale di Castrovillari. Attendiamo di conoscere i referenti e i responsabili all’interno della struttura. Attendiamo, ancora, di conoscere come verranno sostituite le unità prossime al pensionamento. E mentre noi attendiamo, il direttore generale Mauro promette ancora: entro il 31 marzo prossimo sarà realizzato ciò che è scritto nel DCA64. Sarà un caso, visto l’approssimarsi delle prossime elezioni politiche?

Parole e Chiacchierelle.

Dopo l’ultimo incontro scorso tra il presidente Oliverio e la ministra Lorenzin, è assodato che il commissariamento della Sanità calabrese non finirà. Si continuerà ancora con il Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale, imposto dal governo centrale, che ha determinato tagli e chiusure, limitazioni e paradossi. Lo stesso Governo che non ha ancora dato alla Calabria i 2 miliardi di euro del fondo sanitario nazionale. Medici, infermieri e altri operatori sanitari sono costretti a lavorare in condizioni difficili, con il rischio di moltiplicarsi di casi di malasanità. Noi calabresi abbiamo servizi inefficienti, per i quali non vengono rispettati gli standard minimi di assistenza, ma questo diventa secondario nella logica dei tagli lineari e nel contenimento delle spesa. La tutela della salute (art. 32 Costituzione) parte dalla prevenzione, passa per la medicina del territorio, che va resa efficiente e funzionante, fino ad arrivare alla Medicina per Acuti. Non serve fare proclami, incontri, comparse o minacciare incatenamenti. Di tutto si parla tranne che di rivedere l’attuale assetto sanitario regionale per renderlo rispondente ai criteri di economicità e funzionalità. È indispensabile un nuovo modello di Sanità regionale, per gli ospedali di area disagiata con una nuova tipologia di Ospedale SPOKE DI MONTAGNA, multidisciplinare ed autonomo. Intanto, ad Acri, sono state sospese le prenotazioni esterne di Radiologia, la Chirurgia in Week Surgery non è stata realizzata e quella dello Spoke Corigliano-Rosssano rischia la chiusura a breve, la RM di “prossima” apertura non avrà il personale necessario per funzionare. La strada per raggiungere Cosenza, via Cocozzello, con un limite velocità di 30 Km/h, allunga inevitabilmente i tempi di arrivo all’HUB di riferimento. Ad oggi è mancata una discussione aperta tra amministratori e cittadini (chiesto un incontro più volte al Sindaco), cosi si è stata scoraggiata un’azione unitaria per difendere e migliorare la sanità di Acri, cosa che invece è avvenuta in altre realtà. Noi della LACA diciamo: la montagna, area disagiata, si sta spopolando, e chi oggi vuole ignorare questo fenomeno sarà il responsabile delle conseguenze sul tessuto sociale della nostra Città. E’ necessaria una mobilitazione popolare per rilanciare l’Ospedale di Acri e la Medicina del Territorio. Le promesse e le attese non hanno dato risultati. Il popolo di Acri rifletta molto bene su ciò che sta subendo. Ora basta, prima che sia troppo tardi!

La “raggia” dei calabresi e i (Dis)servizi della Sorical.

La Sorical, società a capitale misto pubblico-privato, attualmente in liquidazione, “fornisce” acqua a 368 comuni calabresi, il tutto alla faccia del referendum sull’acqua pubblica del 2011! I calabresi tra il novembre 2004 e il dicembre 2016, hanno pagato a questa società tariffe illegittime. Dati ufficiali alla mano, risulta tra i 140 e i 120 milioni di euro la differenza tra gli importi fatturati abusivamente e quelli che invece andavano fatturati con l’applicazione delle tariffe di legge. Una somma pazzesca, di cui nessuno ha finora parlato e su cui il potere politico continua a tacere ignobilmente, perché il sistema ha fatto e fa comodo a tanti.

Noi cittadini abbiamo subito l’incapacità dei politici locali di difendere i comuni che amministrano. A parte un solo caso isolato (Borgia – CZ), in cui un comune ha presentato ricorso al TAR, la stragrande maggioranza ha subito e continua a subire passivamente questo abuso.

La Sorical ha ricevuto dalla Regione Calabria, anticipazioni per investimenti sulla rete che in buona parte non sono stati mai effettuati.

Intanto, anche noi acresi paghiamo direttamente l’inefficienza della politica. Cronica è la mancanza d’acqua in ampie zone del territorio comunale, coincidenti per lo più all’acquedotto gestito da Sorical. Non c’è acqua, si chiudono i rubinetti, ce n’è troppa e li chiudono lo stesso! Molti nostri concittadini sanno bene di cosa stiamo parlando.

Non accettiamo di essere presi in giro: non regge più la scusa per la mancanza d’acqua attribuita ai “famosi” interruttori magnetotermici, che durante i temporali saltano e interrompono l’erogazione di energia elettrica alle pompe! Come cittadini chiediamo rispetto.

Nessuna amministrazione negli ultimi decenni è stata lungimirante nell’adottare misure di prevenzione e manutenzione del rete idrica comunale.

Vogliamo che tutte le informazioni su un bene pubblico ed essenziale come l’acqua siano chiare e puntuali: le analisi sulle acque (potabili e reflue) e ogni comunicazione sull’interruzione dell’erogazione nelle diverse zone del territorio comunale devono essere pubblicate sul sito internet e sui canali di comunicazione istituzionali. Infine, chiediamo formalmente all’amministrazione comunale di voler procedere contro Sorical alla sospensione in via cautelativa dei pagamenti per violazione delle norme contrattuali di fornitura, all’impugnazione delle tariffe illegittime davanti al TAR e alla restituzione delle cifre indebitamente incassate.

LACA – Comunicato stampa del 04/12/2017

La Sorical, società a capitale misto, pubblico-privato (Regione Calabria 53,5% – la francese Veolia 46,5%), “fornisce” acqua a 368 comuni calabresi. Il tutto alla faccia del referendum sull’acqua pubblica del 2011! Noi cittadini abbiamo subito l’incapacità dei politici locali di difendere i comuni che amministrano. A parte un solo caso isolato (Borgia – CZ) in cui un comune ha presentato ricorso al TAR, la stragrande maggioranza dei comuni calabresi subisce passivamente questo abuso. I calabresi hanno pagato alla Sorical tariffe illegittime: è tra i 140 e i 120 milioni di euro la differenza tra gli importi fatturati abusivamente da Sorical, tra il novembre 2004 e il dicembre 2016 e quelli che invece andavano fatturati con l’applicazione delle tariffe di legge. Una somma pazzesca, di cui nessuno ha finora parlato e su cui il potere politico continua a tacere ignobilmente, perché il sistema ha fatto e fa comodo a tanti. Gli investimenti di Sorical sulla rete sono stati molto limitati, ben al di sotto di quelli preventivati, circa 61 milioni accertati contro i 265 milioni che dovevano essere investiti per legge. Intanto, anche noi acresi paghiamo l’inefficienza della politica. A inizio ottobre con un ordinanza del Sindaco erano state chiuse 5 fontane pubbliche, per la contaminazione di coliformi, 2 sono state riaperte le altre no. C’è forse qualche altro problema oppure più semplicemente si vuole risparmiare acqua pubblica? Altro problema del servizio idrico è la cronica mancanza d’acqua in ampie zone del territorio comunale, coincidenti per lo più all’acquedotto gestito da Sorical. Non c’è acqua, si chiudono i rubinetti, ce n’è troppa e li chiudono lo stesso! Molti nostri concittadini sanno bene di cosa stiamo parlando. Altra scusa accantonata per la mancanza d’acqua ad Acri, è il “famoso” interruttore magnetotermico dell’impianto di sollevamento di Ominiello, che al primo temporale salta e interrompe l’erogazione di energia elettrica alle pompe. Ora, lasciamo stare le scelte cervellotiche adottate per realizzare di un siffatto acquedotto, ma è mai possibile che in decenni nessuna amministrazione sia stata lungimirante nell’adottare misure di prevenzione e manutenzione del rete idrica comunale? Come cittadini chiediamo rispetto.  Tutte le informazioni su un bene pubblico ed essenziale come l’acqua devono essere chiare e puntuali: le analisi sulle acque (potabili e reflue) e ogni comunicazione circa l’interruzione dell’erogazione nelle diverse zone del territorio comunale devono essere pubblicate sul sito internet e sui canali di comunicazione istituzionali. Chiediamo formalmente all’amministrazione comunale di voler procedere contro Sorical per i disservizi provocati alla popolazione ed all’impugnazione delle tariffe illegittime e per la restituzione delle cifre indebitamente incassate.

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