Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Categoria: Tributi

E noi paghiamo!

Dopo aver sopportato l’emergenza spazzatura negli anni 2013-14, dopo aver forse scongiurato la costruzione di un ecodistretto sul nostro territorio, dopo aver finalmente intrapreso la strada virtuosa della raccolta differenziata, ecco che è arrivata l’ennesima, preannunciata, emergenza rifiuti, figlia dell’incapacità della politica di programmare a lungo termine. I cittadini fanno quello che possono per affrontare questa ennesima piaga provocata da amministrazioni incompetenti sia a livello regionale che a livello comunale. Sono ormai oltre tre mesi che la raccolta differenziata avviene in maniera discontinua e parziale su tutto il territorio comunale. Il bando di appalto per la raccolta differenziata, che ha avuto una lunga gestazione, ha visto la Ecoross di Corigliano Rossano affidataria del servizio, ma attualmente non si capisce se l’azienda abbia iniziato ad operare oppure no, nessuna comunicazione giunge in questo senso dalla casa comunale. Intanto il costo per il servizio RSU non accenna a diminuire, e di conseguenza la tariffa per le utenze domestiche e non domestiche, causa appunto l’emergenza e i costi esorbitanti dello smaltimento della materie che andrebbero gestiti in Calabria ma che invece prendono la strada di altre regioni. Vogliamo inoltre evidenziare che siamo in piena fattispecie definita nel c.d. Decreto “Salva Italia“, ovvero quella norma che impone la decurtazione dell’80% per cento il servizio di raccolta rifiuti quanto questa non viene effettuata regolarmente quali che ne siano le cause. Per intenderci quella legge che ci consentì tra il 2013 e 2014 di ricorrere contro la Giunta Tenuta e quando anche gli Amministratori di oggi sfilarono insieme alla LACA sentendosi “indignati”, come cittadini, del disservizio della mancata raccolta dei rifiuti. Oggi si verifica un emergenza ancora più grave e nessuno ne parla! Ci chiediamo come cittadini, se la spazzatura i cittadini possiamo esporla con i mastelli presso le nostre abitazioni oppure possiamo portarla presso l’abitazione di qualche amministratore locale che provvederà a smaltirla nella maniera corretta. Siamo costretti a custodire presso le nostre abitazioni per settimane rifiuti di ogni sorta, dai pannolini all’indifferenziato e l’umido, e l’impossibilità di utilizzare l’umido anche per chi potrebbe utilizzarlo come concime. Le discariche selvagge, dovuta all’inciviltà e l’ignoranza di talune persone, crescono e si rinnovano a dismisura. Questo perché accanto ai cittadini comprensivi, al punto di trattenersi anche per un mese i propri rifiuti, ve ne sono altri senza scrupoli che abbandonano gli stessi nella tante discariche a macchia di leopardo presenti sul territorio. A tal proposito ci chiediamo che fine hanno fatto le fototrappole acquistate con i soldi di noi contribuenti. Perché oltre a quelle cinque consegnate ai Carabinieri Forestali, delle altre non si percepisce il risultato? Sarà forse per il fatto che sono visibili anche da un non vedente o forse perché, pare siano state acquistate senza batterie, o perché nessuno scarica i dati e le foto acquisite dalle schede di memoria? Ennesimo mistero della fede! Ribadiamo che la LACA si sta adoperando per far dichiarare il disservizio di raccolta rifiuti e chiedere la decurtazione dell’80% della tariffa, a prescindere se la mancata raccolta sia dovuta per problemi logistici, politici o amministrativi. Deve essere compito dell’Amministrazione e della ditta Appaltatrice trattenere i rifiuti in aree idonee in attesa di smaltimento, noi paghiamo il servizio per un arco temporale di 365 giorni annui, e come tale questo deve essere garantito. La LACA ha proposto da tempo all’attuale Amministrazione il proprio modello di raccolta dei rifiuti oltre ad indicare su basi legali l’eventuale uscita dall’ATO dei rifiuti, che allo stato attuale risulta essere un organismo sterile, inutile e mangia risorse. Come cittadini siamo stanchi di pagare anni di mala gestione della cosa pubblica.

Situazione tributi: la Tari 2014 e la latitanza delle istituzioni.

Comunicato stampa su situazione TARI 2014 OSL Amministrazione Acri

La “Libera Associazione Cittadini Acresi”, da quando è nata si è sempre distinta per l’impegno in favore della difesa i diritti dei cittadini. Come avevamo preannunciato stiamo provvedendo ad inoltrare all’Agenzia per la Riscossione (ex Equitalia), le richieste di sospensiva per le bollette TARI 2014. Continueremo a farlo per tutti quelli che vorranno da noi un supporto in questo senso. Siamo dovuti arrivare a questo, perché nel corso di questi anni, nonostante le nostre ripetute istanze, non ci è stata offerta alcuna soluzione ragionevole alla vicenda. Non sono bastate due manifestazioni popolari di oltre 5000 persone l’una, numerose e ripetute richieste per la decurtazione del 80% per il disservizio accertato, incontri con l’amministrazione Tenuta prima, con l’Organismo Straordinario di Liquidazione (OSL) poi, e con l’amministrazione Capalbo oggi. Nell’agosto 2018, avevamo avuto delle rassicurazioni, che si sono rivelate “promesse da marinaio” da parte dell’OSL, il quale ci aveva garantito il suo interessamento per una soluzione bonaria della questione Tributi. Ci dispiace purtroppo constatare la completa chiusura e la mancanza di rispetto verso la LACA ed i cittadini acresi da parte dell’OSL, dimostrandosi inaffidabile, disertando l’incontro previsto per il giorno 18 febbraio scorso. Incontro a cui è mancata anche l’amministrazione, impegnata, ci dicono, in una riunione di maggioranza. Sempre sul tema rifiuti, seguiamo con preoccupazione l’attuale situazione di emergenza che si è venuta a creare a causa della mancata raccolta sul territorio, dovuta alla congestione, forse dolosa, delle discariche a maggioranza private, per la quale non è possibile conferire i rifiuti. Tutto ciò, nonostante il comune di Acri sia uno dei pochi enti virtuosi nella raccolta differenziata. In questi anni, non abbiamo assistito parimenti a una diminuzione della tariffa. Inoltre, non riusciamo a comprendere come mai da 4 anni a questa parte la percentuale di indifferenziata (quella che va in discarica e che paghiamo “profumatamente”) rimane costante al 35%. I nostri concittadini ci segnalano infine di doversi tenere più settimane la spazzatura in casa, oppure di doversi organizzare con gruppi whatsapp con il personale adibito la raccolta differenziata per poter avere garantito un servizio pagato con le proprie tasse. Gradiremmo da parte dell’amministrazione acrese una maggiore attenzione ed una vigilanza più attenta del territorio e delle problematiche dei cittadini.

Comunicato stampa sui tributi comunali

La LACA ed il contenzioso sulla TARI 2014.

Sono passati ormai 5 anni da quando abbiamo iniziato la nostra protesta nei confronti dell’allora amministrazione Tenuta, per le bollette “pazze” relative ai tributi comunali sui rifiuti solidi urbani. Abbiamo chiesto a più riprese il decurtamento dell’80% sulla tariffa per effetto della mancata raccolta durata mesi, ma chi si è succeduto alla guida del Comune, Tenuta prima i commissari poi, ci hanno negato sempre questo diritto. Ora stanno arrivando i solleciti di pagamento, che nelle more del Comune dovrebbe interrompere la prescrizione. Sono arrivati anche a chi avrebbe già pagato per intero o in parte i relativi tributi. Abbiamo chiesto lumi al Comune sulla questione. Come al solito, i dipendenti dell’ufficio tributi fanno spallucce e liquidano la faccenda bollette scaricandola sui commissari dell’Organo Straordinario di Liquidazione e “consigliano” ai cittadini spaesati di rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate per la Riscossione (ex Equitalia). L’amministrazione Capalbo, con la quale abbiamo avuto degli incontri, ci ha assicurato di voler intercedere presso l’OSL per chiarire la vicenda. Il prossimo 24 gennaio abbiamo chiesto un incontro urgente con i commissari, i quali che dovrebbero venire ad Acri per definire altre questioni. Ai commissari avevamo chiesto che le bollette in sospeso venissero stornate e/o ricalcolate secondo la normativa vigente e le evidenze sottoposte loro. Con l’aiuto di alcuni legali, stiamo anche valutando un eventuale ricorso all’Agenzia per la Riscossione, ed ogni altra iniziativa volta alla definitiva risoluzione di questa annosa vicenda che è già durata fin troppo tempo. Vi aggiorneremo a breve non appena avremo nuove informazioni.

Puntualizzazioni sul servizio idrico.

Il nostro precedente articolo non voleva essere assolutamente denigratorio o offensivo nei confronti di chicchessia, ma semplicemente dava voce a quanti in questi giorni devono fare i conti con i disagi provocati dall’invio di bollette del servizio idrico errate. La situazione disastrata dell’Ente, la carenza di organico ed il dissesto, non possono essere un alibi, ed il disservizio non è sicuramente colpa dei cittadini che pagano regolarmente le tasse. Non siamo certamente noi a stabilire quanti impiegati debbano essere dislocati presso l’ufficio tributi, in quanto gli stessi vengono identificati tramite il PEG, competenza dell’amministrazione.

Premesso ciò, vogliamo illustrare alcune prescrizioni generali che la legge prevede riguardo il servizio idrico.

Le compensazioni tra un esercizio finanziario e un altro, non solo sono possibili ma anche auspicabili, sarebbe assurdo infatti vantare un credito di centinaia o migliaia di euro e dover continuare a pagare importi inferiori, figuriamoci fare causa al Comune per ottenere quanto dovuto!  La compensazione attualmente è possibile secondo l’art. 8 dello Statuto dei diritti del Contribuente che recita così: “L’obbligazione tributaria può essere estinta anche per compensazione”. Inoltre, l’art. 1243 del Codice Civile, introduce due distinte tipologie di compensazione: la forma legale che si verifica quando coesistono due crediti tra loro omogenei, liquidi ed esigibili e la forma giudiziale che opera nell’eventualità in cui il credito opposto non è liquido ma di facile e pronta liquidazione. Il caso dei tributi può essere fatto rientrare nella prima fattispecie. La Corte dei Conti della Lombardia inoltre, con deliberazione n.103/2014, ha ricordato che, in base alla disciplina contenuta nel Codice Civile, la compensazione rientra tra le modalità di estinzione dell’obbligazione diverse dall’adempimento. In parole povere il Comune può provvedere motu proprio alla compensazione crediti/debiti, ed anche tra tributi differenti tramite opportuno regolamento o disposizione interna. Chi prospetta la sola via giudiziaria, evidentemente molto onerosa per il cittadino, forse non conosce o fa finta di non conoscere l’istituto contemplato dalla normativa vigente.

In merito all’applicazione della quota fissa (manutenzione rete), essa non è dovuta, se non viene calcolata in base alla delibera all’Autorità per l’Energia Elettrica, Gas e Sistema Idrico N°664/2015 e successive modifiche e integrazioni, che definisce le regole per “il computo dei costi ammessi al riconoscimento tariffario, nonché per l’individuazione dei parametri macroeconomici di riferimento e dei parametri legati alla ripartizione dei rischi nell’ambito della regolazione del settore idrico”. In altre parole stabilisce i costi di manutenzione e tariffe, che, se non calcolati secondo questa direttiva, risultano illegittime.

Per quanto concerne l’IVA agevolata (10%), essa si applica solo alle tariffe, e solo sui consumi REALI, ma non sull’eventuale canone di manutenzione (i famosi 26€).

Forti perplessità di legittimità rimangono sulla questione della doppia bollettazione (acconto e saldo), poiché prevedono l’applicazione i consumi presunti, per le quali andrebbero invece effettuate 2 letture (o autoletture) annuali. E’ il Comune a dover dimostrare il consumo reale, tramite lettura del contatore, assunto alla base di molteplici sentenze a favore di contribuenti che dovevano pagare bollette di acconto con consumi presunti.

In relazione ai costi per la depurazione, essa non sarebbe dovuta, in quanto Acri rientra tra i comuni per i quali l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per ben 2 volte nel 2012 e nel 2018 per non aver realizzato la costruzione, la gestione e la manutenzione degli impianti di trattamento delle acque reflue. Più dettagliatamente, per il mancato rispetto dei requisiti fissati agli articoli 4-7 della direttiva 91/271 e dell’articolo 5 della stessa approvata del Consiglio il 21 maggio 1991 e concernente il trattamento delle acque reflue urbane, come modificata dal regolamento (CE) n. 1137/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio il 22 ottobre 2008, conformemente all’articolo 3 di tale direttiva. In parole semplici se non mi dai la depurazione, non devo pagarla!

Per quanto concerne le bollette di pochi euro (modesto ammontare), i commi 1 e 4 dell’articolo 25 della legge 289/2002 (Finanziaria 2003), prevedono un importo di 12 € al di sotto del quale i versamenti non sono dovuti e non sono effettuati i rimborsi, salvo i casi in cui il Comune deroghi a tale importo con una norma di natura regolamentare (comma 168 art. 1 Finanziaria 2007). In parole semplici, ci deve essere un regolamento comunale che stabilisce la deroga all’importo minimo di 12€. Sul regolamento del servizio idrico non vi è traccia di tutto ciò, mentre si trova in quello della IUC (Imposta Unica Comunale). Anche sul “Regolamento di contabilità armonizzata”, approvato con deliberazione n.2 del 20.4.2017 del Commissario Straordinario (con i poteri del Consiglio Comunale) e non vi è traccia alcuna di deroga alla legislazione nazionale. Le bollette di pochi euro non solo sono “odiose” perché costringono il cittadino a pagare più di tassa di incasso che di tariffa, ma anche perché il Comune ci perde perché spende più soldi per la notifica rispetto a quelli incassati.

Tutto questo ovviamente al netto degli errori di bollettazione e degli aumenti di tariffa del 50% rispetto al 2016. Tutto quanto sopra esposto è frutto di ricerca e studio da parte dei componenti della LACA, i quali sono disponibili a dare chiarimenti a chiunque voglia interfacciarsi con noi.

Lavare la testa all’asino, si perde acqua, sapone e tempo!

Da oltre 2 settimane sono in consegna le bollette del servizio idrico, saldo anno 2017 e acconto 2018, tanto per non farci mancare nulla. Purtroppo anche quest’anno rivediamo le stesse scene all’ufficio tributi del comune di Acri preso d’assalto da cittadini “vittime” di bollette errate, costretti loro malgrado a perdere una mezza giornata per risolvere il problema, quando ci si riesce.

Incontriamo il sig. P.G., residente a La Mucone, al quale, a fronte di un consumo effettivo di 84 mc è stata applicata la tariffa massima di 1,25 € (3° fascia) al posto dei 0,55€ (1° fascia), inoltre gli sono stati addebitati fognatura e depurazione, anche se ha il pozzo nero e provvede a sue spese a svuotarlo. Alla sig.ra M.M., che vanta un credito di verso il comune di oltre 350€ nel 2017, è arrivata una bolletta di acconto per il 2018 di 130 €, senza che si sia provveduto ad una compensazione d’ufficio. La sig.ra RV ha ricevuto una bolletta di un euro, a fronte di €1,50 per il pagamento del bollettino postale. Come loro, altri centinaia di cittadini si recano presso l’ufficio tributi per chiedere spiegazioni, ma le risposte più comuni che ricevono dal personale ufficio tributi sono: “dovete pagare perché non possono essere rettificate” oppure “non pagarla che poi arriverà Equitalia”!

Leggendo le bollette, risultano evidenti molteplici discrepanze: applicazione di tariffe errate, consumi presunti invece di consumi effettivi, canone idrico applicato più volte, fognatura e depurazione anche se non dovuti, bollette con importi di pochi euro, ecc..

Stavolta Andromeda non c’entra e non può accollarsi la responsabilità degli errori, stavolta non ci sono alibi, le responsabilità di queste bollette sballate vanno necessariamente ricercate, come è già accaduto, all’interno della struttura comunale.

Pensavamo che la lezione fosse servita, ma per le amministrazioni, passate e presenti, a quanto pare non l’hanno imparata.

Per quanto riguarda le tariffe del servizio idrico, l’attuale amministrazione a settembre 2017 ha provveduto ad aumentarle di oltre il 50%, modificando la precedente delibera della giunta Tenuta (gennaio 2017), con i seguenti costi a metro cubo: Fascia 1 da € 0,35 a 0,55; Fascia 2 da € 0,42 a 0,65; Fascia 3 da € 0,80 a 1,25. Le tariffe per il 2018 sono state confermate tal quali, com’è rimasta uguale, da 3 anni a questa parte, la quota per il canone di manutenzione pari a 26,00€, che come abbiamo già detto è illegittimo e non va pagato, se non supportato da un piano di investimento sulla rete idrica.

Consigliamo vivamente ai nostri concittadini di controllare il dettaglio delle bollette dell’acqua, ma anche tutte quelle che arriveranno, e pretendere la rettifica immediata della bolletta secondo il consumo effettivo.

Avevamo dato la nostra disponibilità a verificare se ci fossero problemi di sorta con le tariffe ed il piano finanziario, ma purtroppo abbiamo “predicato nel deserto”. L’assessore al ramo, pagato con soldi pubblici, oltre a preoccuparsi di far risparmiare qualche euro alle disastrate finanze pubbliche inviando le bollette in un’unica busta, si occupi del piano finanziario dell’ente e degli errori contenuti nella bollettazione. Invece di amministrare come il buon padre di famiglia, come promesso in campagna elettorale, si assiste ad atti di imperio, rapporti litigiosi e spartizione di poltrone, tutto questo mentre il paese sembra andare alla deriva.


Ieri uniti ai cittadini nella protesta… oggi tutti nascosti dietro l’O.S.L.!

Sono ormai oltre 4 anni che la Libera Associazione Cittadini Acresi, nata in difesa dei diritti dei cittadini, chiede, in linea con la vigente normativa, di vedere tutelati gli interessi degli acresi in merito alla dovuta riduzione di TARES 2013 e TARI 2014. Ad oggi, nostro malgrado, nonostante la manifestazione che ci vide tutti uniti in piazza per le suddette gabelle, nulla è stato fatto per portare ad equità quanto legittimamente chiesto alla giunta Tenuta prima, al Commissario Prefettizio poi, ed oggi all’Organismo Straordinario di Liquidazione e all’attuale Amministrazione, che non preme sull’Organismo anzi detto per vedere giustizia di noi cittadini vessati.

Durante la protesta in piazza, insieme ai cittadini, ricordiamo che c’erano anche l’attuale sindaco, esponenti dell’attuale giunta e del consiglio comunale che protestavano nei confronti dell’allora giunta Tenuta, con tanto di manifesto e volantini di denuncia del PD. L’associazione LACA ha esperito una richiesta di incontro, per discutere con i Commissari circa le bollette già emesse ed inscritte a ruolo ma viziate dal disservizio, incontro che doveva tenersi il 15 giugno scorso rinviato poi a data da destinarsi: insomma concesso e poi negato.

La LACA vuole mantenere, come sino ad ora è stato, un rapporto di reciproco rispetto sia con l’Amministrazione sia con L’O.S.L., ma dopo 2 mesi da una legittima richiesta è venuta a crearsi una situazione quasi paradossale: l’OSL che non trova un quarto d’ora del proprio tempo per  ascoltarci, l’attuale Giunta che non si fa portavoce ed attui pressioni proprio sull’O.S.L. per vedere risolta tale annosa vicenda, ed inoltre che l’attuale minoranza/opposizione, non si senta partecipe di queste problematiche dei cittadini. La LACA se non vedrà, nei giorni a venire, un accenno di dialogo sull’argomento tasse con gli organi competenti, al fine di portare a risoluzione ed equità le fatture emesse con il vizio legislativo su detto, nostro malgrado sarà costretta a far valere i diritti dei cittadini acresi attuando opportune azioni dimostrative, di stampa e legali e quant’altro sia necessario, anche attraverso interrogazioni parlamentari.

La Coerenza è comportarsi come si è, non come si è deciso di essere” (S. Pertini)

La solita vecchia politica e la disinformazione.

La “Libera Associazione Cittadini Acresi”, costituita da un cospicuo, e sempre crescente, gruppo di rappresentanti per la difesa dei diritti di tutti i cittadini e consumatori acresi, vorrebbe porsi essenzialmente come possibile intermediaria tra tutta la popolazione, ormai allo spasimo, e l’amministrazione comunale e/o verso tutti gli altri enti di diritto amministrativo pubblico.

Si vuole, innanzitutto, precisare e sottolineare che anche se la “protesta” è nata come associazione di commercianti acresi, presieduta dal Sig. Vincenzo Toscano, adesso essa riveste un carattere più generale in cui sono confluite tutte le rappresentanze dei cittadini, nella quale ognuno pari all’altro e tutti hanno diritto a manifestare liberamente il loro pensiero. Attraverso il proprio personale impegno, ognuno può esprimere le proprie rimostranze, che emergono sistematicamente e costantemente a vario titolo in occasione degli incontri in pubbliche assemblee a seguito di giusti ed opportuni approfondimenti normativi in materia di tributi locali e non solo.

La manifestazione, inizialmente prevista per la corrente settimana, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, è stata rinviata presumibilmente nei giorni che andranno da 18 al 20 p.v., in base alle previsioni meteo.

Si vuole rammendare che in occasione della prima assemblea, nata come già detto dal malessere avvertito in particolar modo dai commercianti, alla quale ha partecipato attivamente ovvero effettuando un proprio personale intervento in rappresentanza dell’amministrazione comunale il Presidente del Consiglio Comunale sig. Cosimo Fabbricatore, sono emerse a vario titolo molteplici problematiche da cui la necessità di richiedere un consiglio comunale aperto, allo scopo di aprire un tavolo di discussione e possibilmente di chiarimento in merito a molti aspetti normativi. Lo stesso Presidente del Consiglio esortava i presenti a voler evidenziare le problematiche collettive ed, eventualmente, proporre adeguate ed opportune soluzioni, ma come si potrà mai verificare ciò se continua ad esser negato il confronto in un consiglio aperto? Ricordiamo che analoga richiesta, attraverso raccolta firme, venne negata, nel più recente passato, in occasione del recapito delle salatissime ed erosissime bollette T.A.R.E.S. relative all’anno 2013.

E’ opportuno rispondere e ribadire che, fino ad oggi, nessun invito è stato rivolto all’assemblea cittadina da parte del Sindaco e/o chi per Egli, al contrario di quanto, erroneamente ed inverosimilmente, da certa stampa locale. L’autore dell’articolo dovrebbe sottoscrivere una personale errata corrige o per lo meno fornire le fonti che possano asseverare la veridicità di determinate affermazioni, altrimenti risulterebbero infondate, e quanto meno chieder scusa per aver riportato una notizia falsa, tendenziosa e certamente fuorviante per l’opinione pubblica.

Nonostante i documenti programmatici che questa amministrazione ha redatto riguardo la trasparenza e la vicinanza alla comunità, dobbiamo sottolineare e prendere atto che a dar vita alla disinformazione non sono certo i cittadini, i quali ormai non fanno altro che utilizzare i mezzi legali a loro disposizione ovvero i regolamenti, le delibere e le normative anche nazionali, studiando e diventando, fortunatamente, sempre più conoscitori e consci dei propri diritti oltre che dei soli doveri che si vogliono imporre ad ogni costo.

I cittadini acresi al contrario di quanto, ingiustamente, affermato dallo stesso Sindaco, non sono degli evasori, bensì coloro che contribuiscono con i propri sacrifici “veri e tangibili” alla gestione della cosa pubblica che dovrebbe essere quindi a favore, dell’intera collettività e non contro, naturalmente, considerando la gravissima crisi che si ripercuote maggiormente sui sempre più “poveri” comuni mortali, generalizzando, invece, sulla “presunta” protesta, che tale nei fatti non è in quanto si tratta di mera difesa dei propri diritti e non altro! L’unico vero potere egregiamente esercitato rimane quello “coercitivo”. Qualora, invece, il primo cittadino dovesse esser a conoscenza di particolari situazioni penalmente e civilmente rilevanti, tenuto conto anche della sua professione di commercialista, lo invitiamo sin d’ora a voler denunciare il tutto alle autorità competenti provando quanto si asserisce.

Volendo, poi, ribadire il concetto, il Sindaco ha il diritto e l’obbligo di effettuare una riduzione dell’80% sull’importo delle bollette T.A.R.I. (2014), in virtù dell’art.1 c. 656 L. 147/2013 altresì richiamato dall’art. 35 del relativo regolamento comunale per la disciplina dell’imposta unica comunale I.U.C. che, di seguito, riportiamo integralmente: “La TARI è dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente”. Avendo sollecitato il parere di più di un legale, ma anche semplicemente dando una interpretazione autentica della norma, si evince che l’emergenza sanitaria c’è stata per buona parte del 2013 nonché del 2014 e che l’autorità sanitaria, più volte sollecitata, non ha sancito, la situazione di emergenza reale. Ma quello che più ci preme sottolineare, è che ci sia stato un palese e tangibilissimo mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, che non deve essere necessariamente dichiarato dall’autorità sanitaria. All’uopo, suggeriamo ai nostri amministratori di andar a rivedersi tutti gli articoli, le foto ed i comunicati che la stessa amministrazione ha emesso spontaneamente rivolgendosi all’intera cittadinanza, quindi “autocertificando” lo stato di grave emergenza socio-sanitaria, anche perché il Sindaco rappresenta una pubblica carica equiparabile, se non addirittura superiore alle stesse autorità sanitarie. Vogliano quindi ricordare i nostri amministratori i seguenti fatti:

  • i cani randagi banchettavano tra i rifiuti (povere bestie), spargendo in lungo ed in largo il pattume;
  • che i cumuli di spazzatura invadevano la sede stradale con evidente pericolo per le persone ed i mezzi;
  • che gli effluvi maleodoranti arrivavano in tutte le abitazioni con conseguenti pericoli per la salute sia individuale sia collettiva;
  • che il percolato fuoriusciva dai cumuli di spazzatura finendo nei terreni vicini provocando, inevitabilmente, inquinamento e sporcizia diffusa ai danni delle proprietà private, i cui proprietari hanno dovuto, ingiustamente, a loro spese ripulire e risanare;
  • che i cassonetti spesso venivano dati alle fiamme con la produzione di diossina e altre sostanze tossiche.

Vorremmo sapere quanto sarà l’introito delle bollette TARI con le tariffe attuali, a fronte di una spesa preventivata per il servizio R.S.U. di poco più di 3 milioni di euro per l’anno 2014, e se ci sia stato un errore di previsione, visto che ad una apparente stima in difetto dovrebbero entrare nella casse cittadine non meno di 8 milioni di euro.
Il Sindaco ammette a più riprese, scusandosi con i cittadini, che l’ufficio tributi ha commesso numerosi errori, occorre quindi vedere quanti di questi sono dovuti alla mancanza di professionalità degli impiegati comunali nonché pubblici ufficiali, magari messi in questi uffici senza la necessaria formazione, e quanti di questi dovuti alla stessa giunta comunale, che magari sperando nel “buon cuore” degli acresi sarebbero andati a pagare senza batter ciglio bollette prive di qualsiasi validità formale e sostanziale e con modalità di recapito quantomeno discutibili.

La comunicazione da parte dell’amministrazione su eventuali detrazioni e agevolazioni segue le prime assemblee cittadine riguarda solo i commercianti, omettendo o dimenticandosi di quelle previste per tutti i cittadini, come se un impiegato, un pensionato, oppure semplicemente un disoccupato involontario abbia meno diritti.

Siamo, poi, a perfetta conoscenza dello stato delle finanze del nostro Comune, e del rimpallo di responsabilità tra questa amministrazione e le precedenti, tra cui la prima giunta Tenuta (anni 2000-2005), e siamo concordi con l’affermare che lo stato di dissesto, o come ama definirlo il nostro Sindaco, insieme a tutti i suoi collaboratori, “pre-dissesto”, (come se facesse differenza per il cittadino comune), sia il risultato di una serie di amministrazioni forse incontrollate, ma anche di mancati introiti (csd residui attivi) che non dovrebbero assolutamente pesare sulla popolazione già in sofferenza per la crisi che la opprime sempre più inesorabilmente.

Non vogliamo dilungarci ulteriormente in polemiche, bensì vogliamo confidare nella “buona fede” di questa amministrazione che in più di occasioni si è detta vicino alla cittadinanza. Noi, ribadiamo, non siamo evasori, semplicemente vogliamo pagare il giusto, in relazione alla propria capacità contributiva, come sancito anche nella nostra Costituzione, consci del fatto che le nostre tasse servono a far vivere e funzionare la nostra intera Città.

Le bollette “pazze” sono solo una parte del problema, infatti la situazione di crisi, lo sappiamo bene, non è ormai solo di tipo materiale ma anche e soprattutto di tipo psicologico. Affligge la nostra sempre più “povera” Città con conseguenze deleteree ed autodistruttive per il nostro territorio e di conseguenza per l’intera collettività, che piano piano, nostro malgrado, tenderà a divenire sempre più una “città fantasma”, incentivando l’esodo verso le più svariate destinazioni nazionali ed extranazionali.

In conclusione, noi vogliamo essere propositivi, vogliamo portare a conoscenza, non solo dell’amministrazione ma anche di chi legge, i problemi quotidiani che affliggono i diversi appartenenti della nostra società civile. Invitiamo tutti a battersi per un futuro migliore. Vogliamo che la nostra Città riacquisti in senso di comunità e di aiuto reciproco, dove nessuno deve rimanere indietro.

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