Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Mese: Marzo 2020

Ospedale in allarme rosso

LACA: Ospedale – Allarme Rosso Lettera aperta a:

Al Persidente della Repubblica

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro della Salute

Al Presidente della Regione Calabria

Al Prefetto della Provincia di Cosenza

Al Sindaco della Città di Acri

Al Presidente della Provincia di Cosenza

Alla Cittadinanza di Acri e dei Comuni Limitrofi

La situazione sanitaria del nostro comprensorio potrebbe essere modificata di giorno in giorno, vista l’emergenza che la nostra nazione sta affrontando in questo triste periodo. La “Libera Associazione Cittadini Acresi” che non ha mai avuto mire politico-amministrative, non è mai stata a favore di un’amministrazione e contraria ad un’altra, ma si è sempre posta a supporto di qualsiasi assise comunale, salvo poi evidenziare quelle criticità che nuocciono ad un intero comprensorio e darne a volte anche la soluzione. Il sodalizio LACA è fatto di cittadini volenterosi e che parlano per il bene del territorio. Quanto premesso, di quello che appresso si dirà, non se ne vuole fare nessuna speculazione (o polemica) visto il momento di emergenza che si sta affrontando, ma si vuole solo riflettere e ricordare a tutti, quanto può essere utile conservare sul nostro territorio quelle risorse e strutture acquisite in anni di lavoro e sacrifici e non mortificarle per scopi politico clientelari e personalistici. L’argomento sanità-ospedale la LACA lo ha portato e continua a portarlo avanti in modo strenuo, con la consapevolezza della fragilità del nostro comprensorio. Fragilità legata alla posizione geografica che non consente una viabilità scorrevole e sicura specie in inverno, fragilità legata al dissesto idrogeologico, frane e quant’altro possono isolare il nostro paese e quelli che fanno capo al nostro nosocomio, fragilità legata alla categorizzazione sismica del territorio di fascia 3, fragilità legata a questa nuova emergenza tanto da portare all’iniziativa, lodevolissima ed alla quale ci associamo, di raccogliere fondi per il nostro ospedale. La LACA dal canto suo impegnata in questa tematica delicata, come la sanità, da più di 5 anni, ha sempre ribadito che il nostro ospedale deve essere rilanciato in una nuova forma di organizzazione sanitaria. La nostra struttura Ospedaliera, gravata da tagli e interessi politico personalistici degli ultimi anni, è stata trascinata in un pantano e per cercare tirarla fuori avevamo invitato, affiancato, ed assicurato di dare supporto e consenso popolare all’attuale Sindaco e alla sua Amministrazione, ma anche alle procedenti, a portare avanti ed avere le idee chiare su come deve essere il nuovo modello di Ospedale. La città di Acri non può attendere ancora (la cittadella della salute per come viene intesa porterà alla chiusura totale dell’ospedale). Fu portato all’attenzione del Consiglio Comunale la nostra idea di ospedale in un contesto generale di sanità regionale, fu una voce inascoltata. Non paghi di ciò ci siamo fatti ricevere dal massimo organo sanitario della nostra regione, il generale Cotticelli commissario regionale alla sanità, abbiamo anche a questi esposto e consegnato il nostro progetto di ristrutturazione e rilancio sanitario ospedaliero, anche in questo caso parole al vento, nonostante le rassicurazioni. Oggi, alla luce di questa emergenza nazionale, con l’esodo massiccio di cittadini provenienti da altre regioni italiane, si rischia di avere un sistema SSR (Sistema Sanitario Regionale) al collasso in poco tempo. Per questa situazione di emergenza sanitaria nazionale il nostro ospedale offre tutte le caratteristiche che una struttura può dare, cioè spazi adeguati, locali idonei e personale preparato professionalmente, quindi si potrebbe allestire un eventuale reparto di pneumologia, di medicina generale allargata, o se necessario di posti letto di post-intensiva, per ricoveri e assistenza a pazienti con problematiche sanitarie respiratorie. Gli spazi del 3° piano possono essere adibiti a tale scopo, dando un aiuto notevole a fronteggiare l’emergenza, naturalmente deve essere allestito e reso funzionale con personale e strumentazioni. Ve erano anche altri locali eventualmente atti allo scopo emergenziale (il 2° piano e i locali dell’ex laboratorio analisi) che potevano essere messi a disposizione.  Purtroppo, però, le scelte politiche fatte qualche settimane addietro hanno fatto si che gli stessi venissero occupati in fretta e furia per dare ospitalità alla SAUB. Avevamo manifestato all’attuale amministrazione ed all’assessore alla sanità Le Pera, che in linea generale eravamo contrari a questo spostamento in virtù di un eventuale rilancio del nostro nosocomio, evidenziando che sicuramente i tempi per la ristrutturazione dell’originario edificio SAUB sarebbero stati lunghi, nonostante l’ottimismo dello stesso Assessore comunale alla Sanità. Avevamo inoltre ribadito che inserire degli ambulatori in un nosocomio non era logisticamente ed igienicamente corretto. L’ospedale è nato con quella configurazione dettata da precise normative legali e progettuali, ad uso per gli ospedali, e così doveva rimanere: a nostro avviso si è violata anche la legge con tale spostamento!!! Inoltre, ciliegina sulla torta, sono stati inseriti dei poliambulatori aperti al pubblico sopra una chirurgia e un complesso operatorio! Dulcis in fundo, nel dare celermente la disponibilità allo spostamento dei servizi della SAUB all’interno della struttura OSPEDALE, qualcuno non si è accorto che si sono occupati tutti i locali dell’ex laboratorio analisi, di fatto fermando per molto tempo i lavori per altri 4 posti reni in Dialisi per come previsto dall’atto aziendale dell’ASP. Chi ha deciso lo spostamento della SAUB non si è posto il problema che occupando anche gli spazi del 2° piano dell’Ospedale per uffici amministrativi, avrebbe preclusa la possibilità di allocare la Lungodegenza. E ancora per garantire maggiori spazi alla nuova sistemazione dei poliambulatori SAUB, si era tentato di spostare l’ambulatorio di Oncologia nella Radiologia, rilegandolo in uno spazio molto ristretto e non ottimale per queste prestazioni così delicate, tale decisione, è subito rientrata dopo l’intervento della LACA sollecitata dai concittadini. Crediamo fortemente che ci sono tutte le potenzialità per avere un nuovo ospedale riorganizzato e rimodulato nelle sue attività (Ospedale Spoke di Montagna) lo abbiamo detto, spiegato, portato a conoscenza di tutte le forze politiche (vedi consiglio comunale aperto, incontri avuti con la struttura commissariale, proposta portata sul tavolo della commissione sanità alla camera dei deputati con l’on. Sapia), non abbiamo avuto però nessun sostegno da parte di questa amministrazione comunale o di altre al rilancio dell’ospedale. Il nostro modello parte nella riapertura delle strutture piccole per sgravare l’HUB di Cosenza e gli altri centri provinciali di tutte quelle attività di media-bassa intensità di cura, soprattutto oggi con questa grave emergenza sanitaria nazionale, allo scopo, si può allestire un reparto con posti letto a sostegno del reparto di medicina per fronteggiare questa emergenza e collocarla al 3° piano. Noi abbiamo a cuore le sorti dell’Ospedale, altri fanno solo chiacchiere politiche e campanilistiche. Esortiamo l’amministrazione a portare avanti l’idea di rilancio del nostro nosocomio e di offrirlo al fine di specializzarlo in funzione dell’emergenza covid-19, noi siamo sempre pronti a dare supporto e scendere in campo, mobilitando, se necessario, anche la piazza, affianco a qualsiasi amministrazione voglia sposare le idee di rilancio e difesa del nostro comprensorio territoriale. Tutto questo nell’interesse di noi cittadini e degli amministratori passati, presenti e futuri, che anche loro sono cittadini e pagano lo stesso scotto di tutti, la LACA è sempre impegnata per i giusti diritti.

Acri li 12.03.2020

E noi paghiamo!

Dopo aver sopportato l’emergenza spazzatura negli anni 2013-14, dopo aver forse scongiurato la costruzione di un ecodistretto sul nostro territorio, dopo aver finalmente intrapreso la strada virtuosa della raccolta differenziata, ecco che è arrivata l’ennesima, preannunciata, emergenza rifiuti, figlia dell’incapacità della politica di programmare a lungo termine. I cittadini fanno quello che possono per affrontare questa ennesima piaga provocata da amministrazioni incompetenti sia a livello regionale che a livello comunale. Sono ormai oltre tre mesi che la raccolta differenziata avviene in maniera discontinua e parziale su tutto il territorio comunale. Il bando di appalto per la raccolta differenziata, che ha avuto una lunga gestazione, ha visto la Ecoross di Corigliano Rossano affidataria del servizio, ma attualmente non si capisce se l’azienda abbia iniziato ad operare oppure no, nessuna comunicazione giunge in questo senso dalla casa comunale. Intanto il costo per il servizio RSU non accenna a diminuire, e di conseguenza la tariffa per le utenze domestiche e non domestiche, causa appunto l’emergenza e i costi esorbitanti dello smaltimento della materie che andrebbero gestiti in Calabria ma che invece prendono la strada di altre regioni. Vogliamo inoltre evidenziare che siamo in piena fattispecie definita nel c.d. Decreto “Salva Italia“, ovvero quella norma che impone la decurtazione dell’80% per cento il servizio di raccolta rifiuti quanto questa non viene effettuata regolarmente quali che ne siano le cause. Per intenderci quella legge che ci consentì tra il 2013 e 2014 di ricorrere contro la Giunta Tenuta e quando anche gli Amministratori di oggi sfilarono insieme alla LACA sentendosi “indignati”, come cittadini, del disservizio della mancata raccolta dei rifiuti. Oggi si verifica un emergenza ancora più grave e nessuno ne parla! Ci chiediamo come cittadini, se la spazzatura i cittadini possiamo esporla con i mastelli presso le nostre abitazioni oppure possiamo portarla presso l’abitazione di qualche amministratore locale che provvederà a smaltirla nella maniera corretta. Siamo costretti a custodire presso le nostre abitazioni per settimane rifiuti di ogni sorta, dai pannolini all’indifferenziato e l’umido, e l’impossibilità di utilizzare l’umido anche per chi potrebbe utilizzarlo come concime. Le discariche selvagge, dovuta all’inciviltà e l’ignoranza di talune persone, crescono e si rinnovano a dismisura. Questo perché accanto ai cittadini comprensivi, al punto di trattenersi anche per un mese i propri rifiuti, ve ne sono altri senza scrupoli che abbandonano gli stessi nella tante discariche a macchia di leopardo presenti sul territorio. A tal proposito ci chiediamo che fine hanno fatto le fototrappole acquistate con i soldi di noi contribuenti. Perché oltre a quelle cinque consegnate ai Carabinieri Forestali, delle altre non si percepisce il risultato? Sarà forse per il fatto che sono visibili anche da un non vedente o forse perché, pare siano state acquistate senza batterie, o perché nessuno scarica i dati e le foto acquisite dalle schede di memoria? Ennesimo mistero della fede! Ribadiamo che la LACA si sta adoperando per far dichiarare il disservizio di raccolta rifiuti e chiedere la decurtazione dell’80% della tariffa, a prescindere se la mancata raccolta sia dovuta per problemi logistici, politici o amministrativi. Deve essere compito dell’Amministrazione e della ditta Appaltatrice trattenere i rifiuti in aree idonee in attesa di smaltimento, noi paghiamo il servizio per un arco temporale di 365 giorni annui, e come tale questo deve essere garantito. La LACA ha proposto da tempo all’attuale Amministrazione il proprio modello di raccolta dei rifiuti oltre ad indicare su basi legali l’eventuale uscita dall’ATO dei rifiuti, che allo stato attuale risulta essere un organismo sterile, inutile e mangia risorse. Come cittadini siamo stanchi di pagare anni di mala gestione della cosa pubblica.

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