Dopo la pubblicazione del decreto 198 del 12 luglio scorso, abbiamo potuto constatare che tutti i nostri timori erano leciti. Abbiamo passato anni a cercare interlocutori in tutte le sedi istituzionali, ma purtroppo le nostre proposte sono rimaste inascoltate. L’ospedale di Acri viene notevolmente ridimensionato nelle sue potenzialità e peculiarità. Tra le altre, vengono ridotti significatamente i posti letto di 6 unità totali, vengono ridotte le attività di chirurgia, e post acuzie. L’ambulatorio di oncologia non esiste più. Eppure, da come viene fuori dal report sulle performance Agenas (2021) e degli accessi alle prestazioni, confermavano che, nonostante Acri fosse un ospedale già in forte carenza sofferenza, soprattutto di personale, aveva un indice molto elevato rispetto al bacino di utenze in cui opera. Durante la diretta della trasmissione dI LaC news anche i sindaci dei paesi limitrofi ad Acri lo hanno affermato: il presidio ospedaliero Beato Angelo è un punto di riferimento per il comprensorio, più di Cosenza e di Corigliano-Rossano. Ora chiediamo ancora una volta a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione di unirsi insieme ai cittadini per formulare tutte quelle iniziative per fare si che il presidente Occhiuto riveda le sue posizioni sulla sanità pubblica, in particolare sulla posizione organizzativa del nostro ospedale dove merita sicuramente altro. Le zone di montagna/ disagiate non devono essere sempre mortificate e subire ridimensionamento dei servizi essenziali. La dove non ci si può curare dignitosamente inizia l’esodo (emigrazione sanitaria) di cittadini verso altre realtà meglio organizzate. Il nostro appello è rivolto a politici/ amministratori/ comitati/ associazioni, per stare dalla stessa parte e formulare un’ unica proposta per la difesa dei cittadini ad avere cure sanitarie.
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