Libera Associazione Cittadini Acresi

Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Situazione tributi: la Tari 2014 e la latitanza delle istituzioni.

Comunicato stampa su situazione TARI 2014 OSL Amministrazione Acri

La “Libera Associazione Cittadini Acresi”, da quando è nata si è sempre distinta per l’impegno in favore della difesa i diritti dei cittadini. Come avevamo preannunciato stiamo provvedendo ad inoltrare all’Agenzia per la Riscossione (ex Equitalia), le richieste di sospensiva per le bollette TARI 2014. Continueremo a farlo per tutti quelli che vorranno da noi un supporto in questo senso. Siamo dovuti arrivare a questo, perché nel corso di questi anni, nonostante le nostre ripetute istanze, non ci è stata offerta alcuna soluzione ragionevole alla vicenda. Non sono bastate due manifestazioni popolari di oltre 5000 persone l’una, numerose e ripetute richieste per la decurtazione del 80% per il disservizio accertato, incontri con l’amministrazione Tenuta prima, con l’Organismo Straordinario di Liquidazione (OSL) poi, e con l’amministrazione Capalbo oggi. Nell’agosto 2018, avevamo avuto delle rassicurazioni, che si sono rivelate “promesse da marinaio” da parte dell’OSL, il quale ci aveva garantito il suo interessamento per una soluzione bonaria della questione Tributi. Ci dispiace purtroppo constatare la completa chiusura e la mancanza di rispetto verso la LACA ed i cittadini acresi da parte dell’OSL, dimostrandosi inaffidabile, disertando l’incontro previsto per il giorno 18 febbraio scorso. Incontro a cui è mancata anche l’amministrazione, impegnata, ci dicono, in una riunione di maggioranza. Sempre sul tema rifiuti, seguiamo con preoccupazione l’attuale situazione di emergenza che si è venuta a creare a causa della mancata raccolta sul territorio, dovuta alla congestione, forse dolosa, delle discariche a maggioranza private, per la quale non è possibile conferire i rifiuti. Tutto ciò, nonostante il comune di Acri sia uno dei pochi enti virtuosi nella raccolta differenziata. In questi anni, non abbiamo assistito parimenti a una diminuzione della tariffa. Inoltre, non riusciamo a comprendere come mai da 4 anni a questa parte la percentuale di indifferenziata (quella che va in discarica e che paghiamo “profumatamente”) rimane costante al 35%. I nostri concittadini ci segnalano infine di doversi tenere più settimane la spazzatura in casa, oppure di doversi organizzare con gruppi whatsapp con il personale adibito la raccolta differenziata per poter avere garantito un servizio pagato con le proprie tasse. Gradiremmo da parte dell’amministrazione acrese una maggiore attenzione ed una vigilanza più attenta del territorio e delle problematiche dei cittadini.

Comunicato stampa sui tributi comunali

La LACA ed il contenzioso sulla TARI 2014.

Sono passati ormai 5 anni da quando abbiamo iniziato la nostra protesta nei confronti dell’allora amministrazione Tenuta, per le bollette “pazze” relative ai tributi comunali sui rifiuti solidi urbani. Abbiamo chiesto a più riprese il decurtamento dell’80% sulla tariffa per effetto della mancata raccolta durata mesi, ma chi si è succeduto alla guida del Comune, Tenuta prima i commissari poi, ci hanno negato sempre questo diritto. Ora stanno arrivando i solleciti di pagamento, che nelle more del Comune dovrebbe interrompere la prescrizione. Sono arrivati anche a chi avrebbe già pagato per intero o in parte i relativi tributi. Abbiamo chiesto lumi al Comune sulla questione. Come al solito, i dipendenti dell’ufficio tributi fanno spallucce e liquidano la faccenda bollette scaricandola sui commissari dell’Organo Straordinario di Liquidazione e “consigliano” ai cittadini spaesati di rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate per la Riscossione (ex Equitalia). L’amministrazione Capalbo, con la quale abbiamo avuto degli incontri, ci ha assicurato di voler intercedere presso l’OSL per chiarire la vicenda. Il prossimo 24 gennaio abbiamo chiesto un incontro urgente con i commissari, i quali che dovrebbero venire ad Acri per definire altre questioni. Ai commissari avevamo chiesto che le bollette in sospeso venissero stornate e/o ricalcolate secondo la normativa vigente e le evidenze sottoposte loro. Con l’aiuto di alcuni legali, stiamo anche valutando un eventuale ricorso all’Agenzia per la Riscossione, ed ogni altra iniziativa volta alla definitiva risoluzione di questa annosa vicenda che è già durata fin troppo tempo. Vi aggiorneremo a breve non appena avremo nuove informazioni.

Riflettori mai spenti sulla sanità Acrese

Le sorti dell’ospedale di Acri vivono uno stato di incertezza, per effetto del decennale piano di rientro della sanità calabrese che ha visto l’alternarsi di commissari e manager aziendali, che hanno ottenuto il solo scopo di portare ad un forte ridimensionamento ed un peggioramento dei L.E.A., con un aumento del deficit della spesa sanitaria. Cronica è ormai la cosiddetta emigrazione sanitaria, che produce una spesa annuale di oltre 300 milioni di euro. Come associazione per la difesa dei diritti dei cittadini e degli ospedali montani calabresi, unica sul nostro territorio, siamo da anni impegnati nel tenere sempre accesi i riflettori sul nosocomio acrese: manifestazioni, consigli comunali aperti, incontri con cariche politiche e sanitarie, territoriali e regionali. In diversi incontri avuti con il Responsabile sanitario del P.O di Acri, al quale abbiamo consegnato una considerevole documentazione su come far ripartire le attività ospedaliere. Abbiamo accolto con favore l’avvio dell’ambulatorio di Oncologia, unico servizio a funzionare in maniera efficiente. Purtroppo, però, dobbiamo constatare che altri reparti e servizi dell’ospedale cittadino sono fermi al palo, come ad esempio la RMN, che, dopo un avvio un po’ travagliato, oggi è ferma per motivi che non conosciamo, oppure la Chirurgia e le attività ad essa connesse. Inoltre, le molte altre richieste ad oggi avanzate dalla LACA non hanno avuto seguito. Abbiamo più volte chiesto l’adeguamento della dotazione organica, ovvero quello che è previsto negli atti aziendali e nei decreti commissariali. Questi atti prevedono per l’ospedale di Acri 5 anestesisti, 5 chirurghi, 5 medici di pronto soccorso più il responsabile, il primario di Medicina, l’istituzione del nuovo reparto di Lungodegenza, la realizzazione di 3 postazioni OBI in Pronto Soccorso, l’aumento di 4 posti di dialisi. Le altre nostre richieste sono quelle di natura organizzativa come: una reperibilità notturna dei ginecologi, l’adeguamento della dotazione organica generale in vista di pensionamenti, l’apertura delle liste di attesa di tutte le prestazioni prenotate dal CUP. Il punto più importante, che abbiamo anche portato all’attenzione del commissario Cotticelli, è quello di rimodulare le attività chirurgiche con una nuova concezione di lavoro, facendo ripartire gli interventi di sala operatoria a bassa e media intensità di cure (ernie – colecisti – laparocele ecc.), per l’intera settimana, da lunedì a sabato con una rotazione di specialisti in regime ricovero ordinario e di day surgery nel reparto di chirurgia. Si potrebbero realizzare interventi specialistici del tipo: chirurgia della mano, endoscopia urologica, endoscopia digestiva, ginecologia mini invasiva, dermatologia oncologica con l’ausilio dell’ambulatorio oncologico. Fare ripartire le attività chirurgiche equivale a far ripartire l’ospedale nel suo insieme. Oggi però ci ritroviamo un reparto di chirurgia ed una sala operatoria fermi, una RMN che non esegue prestazioni e prenotazioni, le attività di laboratorio analisi ridotte con l’obbligo della prenotazione tramite CUP, mentre fino a giugno le prenotazioni erano libere, tutto il contrario di quello che avevamo chiesto per le liste di attese per le diverse prestazioni. Facciamo ancora una volta appello al buon senso del direttore sanitario e dell’amministrazione comunale, perché portino le richieste dei cittadini nelle sedi opportune, che chiedono solo di potersi curare dignitosamente nel proprio ospedale, unico baluardo pubblico e istituzionale rimasto. Accogliamo con favore l’emanazione del decreto commissariale n.135, con il quale si autorizza l’assunzione di 429 unità tra personale medico, infermieristico ed ausiliario per sopperire alla cronica mancanza di operatori sanitari a livello regionale. Questo decreto non riserva nessuna assunzione per Acri, e non basta, poiché le unità da assumere sono dell’ordine delle diverse migliaia. Lotteremo affinché nella nuova riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese, partendo dall’attuale stato di ospedale di area disagiata, Acri dovrà essere inserito in una nuova rete ospedaliera cioè per acuti. Ci opporremo ad eventuali scelte calate dall’alto come un Ospedale ridimensionato (PPI o CAPT), inutile ed inefficiente dal punto di vista sanitario. L’ospedale acrese è nato per ospitare reparti di degenza e di cura, non per gli ambulatori, che hanno pure la loro importanza ma che devono essere collocati in altre realtà.

Il monito del passato come esempio per il futuro.

Abbiamo esposto all’Amministrazione Comunale le ragioni tecniche per le quali non vogliamo un ecodistretto ad Acri, ed alla luce dei fatti, pare siano state prese in considerazione, visto che poco più di due settimane orsono il Sindaco ha cambiato rotta sulla candidatura di Acri ad ospitare l’ecodistretto. Ma, poiché l’iter per la realizzazione delle discariche e dell’ecodistretto della provincia di Cosenza è ancora lontano dall’essere concluso, come cittadini siamo vivamente preoccupati, che nel silenzio di tale azione, questo non venga poi riproposto sotto altre forme o calato magicamente dall’alto. Questa affermazione vuole essere una provocazione, in quanto da troppo tempo siamo abituati a vedere mostri di questo genere essere riproposti con forme e sfaccettature diverse, ma con identica sostanza. Vogliamo spiegarci meglio ripercorrendo una breve cronistoria amministrativa acrese, dal 2000 in poi. La prima giunta Tenuta propone il primo eco “mostro” da far digerire alla popolazione ed a tutto il Territorio Acrese, trattasi della cosiddetta “Isola Ecologica”, un’area che nelle intenzioni doveva servire a raccogliere “ecologicamente”, rifiuti dalla raccolta differenziata, ingombranti e di altra natura, in nome di una cospicua ricaduta in posti di lavoro, senza riuscire a realizzarla. E’ la volta della giunta Coschignano, che, sempre per ragioni ecologiche”, realizza l’Isola Ecologica a 6 Km dal centro cittadino in località Vammana, visto che nell’area industriale Gastia, dove doveva sorgere, esistono dei vincoli idrogeologici e con alto rischio di percolazioni, salvo dimenticarsi di asfaltare la strada di accesso e rendendola praticamente inservibile alla popolazione. E’ la volta dell’amministrazione Trematerra, la quale profila all’orizzonte l’ecologissima centrale a biomassa, un mostro che brucia di tutto, soprattutto i boschi della Sila, il tutto offerto magnanimamente ed ecologicamente (ovviamente) per risollevare la martoriata economia acrese. Arriviamo ai giorni nostri e viene ci chiediamo: chi era favorevole allora lo è anche oggi, perché?Forse siamo noi cittadini ed essere poco illuminati e lungimiranti? Perché ogni amministrazione intravede nel “danneggiare” il territorio un’opportunità di lavoro, a chi può giovare questo? Noi cittadini siamo preoccupati dall’attività che taluni spacciano per progresso. Troppo spesso occasioni di sviluppo si sono rivelate effimere lasciando di contro un territorio irrimediabilmente contaminato: le zone industriali abbandonate della Calabria ne sono testimonianza. Lo sono anche le inchieste legate al traffico di rifiuti ed alla gestione di certi impianti industriali, tutto questo al netto delle problematiche legate alla sicurezza degli impianti stessi. Noi non abbiamo posizioni preconcette a prescindere, ma ci basiamo solo ricerche e dati scientifici, che mettiamo a disposizione di chiunque voglia approfondire il tema del riciclo dei RSU.

Ecodistretto

Come associazione per la difesa dei diritti dei cittadini, stiamo seguendo la vicenda “ecodistretto” documentandoci sotto ogni aspetto, valutandone vantaggi e svantaggi. Per questo, quando, nei giorni antecedenti ferragosto, siamo stati invitati come Direttivo ad incontro, voluto dal Sindaco Capalbo, al quale erano presenti anche il presidente del consiglio, Mario Fusaro ed il vice sindaco Rossella Iaquinta, siamo stati ben felici di partecipare. La discussione lunga e articolata è stata improntata all’insegna dello scambio di dati e punti di vista tra amministrazione e cittadini. Gli amministratori hanno precisato che la candidatura di Acri è solo “informale” e che occorrerebbe una delibera di consiglio ed un referendum cittadino per ratificare ufficialmente il sito acrese. E’ stato illustrato l’iter seguito che ha portato la candidatura di Acri ad ospitare il secondo “ecodistretto” della provincia di Cosenza, per la quale  sono stati forniti  copie della documentazione tecnica ed amministrativa nonché le comunicazioni intercorse con gli enti preposti. I membri della LACA, dal canto loro, hanno illustrato, attraverso i propri tecnici, le criticità connesse ad un siffatto impianto di riciclaggio dei rifiuti, nonché la sua collocazione sul territorio acrese in una zona di per se ad elevato rischio idrogeologico e vicino al centro abitato. Al Sindaco, abbiamo espresso le nostre perplessità alla realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti sul territorio acrese, osservazioni da lui recepite, tanto da manifestare forti perplessità sul procedere ad una candidatura ufficiale di Acri. Dall’analisi della documentazione tecnica ed amministrativa fornitaci, traspare chiaramente la notizia che un ipotetica candidatura di Acri ad ecodistretto, era già conosciuta da gennaio 2018, anche tramite una relazione a cura dell’ass. Iaquinta letta in consiglio comunale a luglio 2018. Non comprendiamo, pertanto, la sorpresa di molti consiglieri comunali, i quali dovevano portare a conoscenza della popolazione la problematica. Evidentemente risultavano abbastanza distratti di fronte a fatti seri ed importanti che riguardano il nostro martoriato paese, salvo poi indignarsi, facendone una bandiera politica di fatti conosciuti, ma tirati fuori ad arte forse per questioni di visibilità personale. Precisiamo che la LACA era ed è sempre stata sfavorevole a qualsiasi trattamento dei rifiuti sul territorio di Acri, posizione espressamente dichiarata all’incontro con il Sindaco, il quale ha lasciato intendere l’intenzione a non voler più procedere, per motivi tecnici e logistici, ad una candidatura ufficiale di Acri; che ricordiamo è stata solo informale. Auspichiamo perciò, che l’Amministrazione mantenga fede a quanto si è detto nell’incontro, altrimenti nostro malgrado la LACA, come da statuto scenderà in piazza per la difesa del nostro territorio. Siamo consapevoli della problematica relativa alla questione rifiuti, e crediamo che ogni comune o comprensorio debba avere una propria autonomia decisionale in tal senso, nonché dover gestire tutto il ciclo dei rifiuti per la realizzazione dell’economia circolare. Siamo sempre a disposizione per eventuali suggerimenti e per trovare soluzioni di sviluppo.

Presidio ospedaliero di Acri

Come cittadini acresi e come membri dell’associazione LACA, da anni impegnata nel cercare di rilanciare il nosocomio acrese, abbiamo espresso la nostra soddisfazione per il rendiconto dell’ambulatorio di oncologia, in un anno di attività, evidenziando la qualità ed il numero elevato di prestazioni offerte, con un tempo di attesa pari allo zero. Accanto a questa attività si aggiunge il servizio di RMN, apparecchiatura di grande utilità diagnostica, che, grazie all’impegno del primario radiologo dello spoke Corigliano-Rossano, dott. Giusti, ed ai suoi collaboratori, sta funzionando bene questa con liste di attesa che non superano i 15 giorni. Prestazioni, però, erogate con un sistema di prenotazione macchinoso, visto che occorre rivolgersi direttamente alla Radiologia e non direttamente al CUP. Avevamo chiesto al nuovo responsabile sanitario, dott. Giacomo Cozzolino, di risolvere questa anomalia, ma ancora non è stato fatto. A questo aggiungiamo la nostra insoddisfazione derivata dal fatto che dopo circa un anno e mezzo, dopo diversi incontri avuti con il dott. Cozzolino, a tutt’oggi ben poco o quasi niente è stato realizzato del DCA64/2016. Il decreto del commissario Scura prevedeva una serie di trasformazioni che andavano verso una ottica di miglioramento del funzionamento per gli ospedali di area disagiata. Prevedeva il completamento della dotazione organica con 5 anestesisti, 5 chirurghi, 6 medici di medicina con 1 primario di struttura complessa, un pronto soccorso autonomo con 5 medici, il Day Surgery per le attività di chirurgia, un reparto di Lungodegenza con 20 posti letti, ed in aggiunta, la realizzazione di 3 postazioni OBI (Osservazione Breve Intensiva) di Pronto Soccorso. Abbiamo più volte chiesto di potenziare le prestazioni ambulatoriali (ECG, ecografie, visite urologiche, ecodoppler, holter, ecc.), per poter abbattere le liste d’attesa. Abbiamo anche chiesto di far ripartire le attività chirurgiche con un multidisciplinare, con la sala operatoria impegnata tutta la settimana (urologica – ortopedica – vascolare – ginecologica dermatologia oncologica – endoscopica). Abbiamo chiesto, visto il buon andamento dell’operato dell’ambulatorio di oncologia, di poter avviare la terapia oncologica confezionata con dei locali idonei alla somministrazione. Richieste rimaste tutte senza seguito, per questo noi della LACA non vediamo un futuro roseo per la nostra struttura ospedaliera. Aspettiamo fiduciosi l’insediamento del nuovo direttore generale dell’ASP di Cosenza per instaurare un rapporto di collaborazione, visto che con il precedente direttore generale dott. Mauro non è stato possibile. Auspichiamo che il commissario alla sanità Cotticelli, dopo il nostro incontro presso la cittadella regionale, attenzioni gli ospedali di zona montana, per il loro posizionamento oro geografico, di disagio viario e di servizi, affinché siano garantiti i livelli di assistenza.

Comunicato stampa Ambulatorio oncologia

Lo scorso maggio, durante una conferenza stampa voluta dal dott. Sisto Milito, responsabile dell’ambulatorio di oncologia dell’ospedale di Acri, alla quale siamo stati invitati come associazione, sono stati diffusi i dati relativi all’attività che l’ambulatorio di Oncologia ha svolto nel primo anno di esercizio. Sono state circa 1500 le prestazioni registrate dal servizio CUP, che arrivano ad oltre 2000 tenendo in considerazione le collaborazioni con associazioni presenti sul territorio acrese in attività di screening, soprattutto in campo senologico. Le zone di provenienza degli assistiti hanno riguardato in prevelenza il nostro territorio e quello paesi limitrofi, anche se non sono mancati quelli provenienti da regioni vicine come Puglia e Basilicata. Un risultato ragguardevole, considerato anche il fatto che l’ambulatorio è rimasto aperto 3 giorni a settimana. Le prestazioni erogate sono state diverse: ecografie all’apparato urogenitale, la cute e sottocute, la tiroide, la senologia,  l’ago aspirato, oltre alle visite oncologiche generiche. A queste si sono unite le collaborazioni con altri specialisti e servizi all’interno dell’ospedale di Acri, come la Radiologia e la Chirurghia, nonché il laboratorio analisi. L’interazione e l’ottimizzione di questi servizi ha permesso ai pazienti di avere risposte in tempi brevi, evitando loro inutili tempi di attesa e viaggi in altre strutture sanitarie, anche fuori regione. Il dott. Milito si è soffermato sulla necessità della prevenzione in campo oncologico, soprattutto per la senologia, sottolineando l’importanza dell’istituzione del registro tumori da parte dell’ASP per determinate patologie tumorali, come quello alla mammella. Come associazione esprimiamo tutta la nostra riconoscenza e soddisfazione di questa nuova attività svolta in questo primo anno di ambolatorio di oncologia guidato dal dottor Sisto Milito, persona preparata e sempre disponibile ad aiutare chi soffre. Il successo dell’ambulatorio di oncologia, oltre ad evindeziare la bravura di tutti gli operatori sanitari che vi operano, dimostra che anche in Calabria può avere servizi sanitari efficienti e che essi vanno tenuti il più vicino possibile alla popolazione. E’ necessario quindi potenziare questo servizio, con l’acquisto di un mammografo di ultima generazione per la diagnosi e prevenzione delle patologie e con la promozione dell’esecuzione della terapia oncologica presso l’ambulatorio di Acri. Invitiamo dunque i vertici aziendali e locali, le forze politiche ma anche tutti gli operatori sanitari e i cittadini a sostenere questa iniziativa, affinché si possa realizzare un servizio specialistico nel nostro territorio. Esso dovrà necessariamente essere inserito in un più ampio progetto, inserito magari in una struttura complessa come il reparto di Medicina, guidato con un primario in grado di cogliere l’opportunità che oggi si prospetta e che potrà essere un elemento di rilancio per la sanità acrese ma soprattutto aziendale. Tutto nella prospettiva di alleviare qualche sofferenza a chi è colpito da certe patologie.

La LACA incontra il Generale Cotticelli – commissario alla sanità


Nella giornata di giovedì 28 marzo scorso, si è svolto un incontro presso la cittadella regionale di Germaneto, tra i membri della Libera Associazione Cittadini Acresi ed il commissario alla sanità, generale Saverio Cotticelli. Il Generale ha apprezzato il fatto che una associazione di cittadini si occupi di tematiche di rilevanza nazionale, elogiando la nostra coraggiosa iniziativa, in campo sanitario. Sanità oggi sotto la lente di ingrandimento del governo centrale per le sue inefficienze e l’enorme debito accumulato negli anni. 
Nel lungo e cordiale incontro, Il gen. Cotticelli con estrema gentilezza e dovizia di particolari, ha descritto in maniera diretta e puntuale l’attuale situazione della sanità in Calabria, balzata purtroppo anche all’onore delle cronache nazionali per via dei noti casi di ospedali fatiscenti e di malagestione amministrativa. Il generale Cotticelli ha anche evidenziato i problemi incontrati nella realizzazione del piano di rientro e per il reperimento di risorse per sostenere il sistema sanitario calabrese oramai allo sbando. 
Oltre alla disastrosa situazione cui versa la Calabria, si è parlato dell’ospedale “Beato Angelo” di Acri e della sua collocazione nella attuale rete ospedaliera e in quella futura, che dovrebbe essere realizzata nel corso di quest’anno. 
I membri della LACA, dal canto loro, hanno illustrato al commissario il contesto in cui è inserito l’ospedale di zona montana di Acri, le potenzialità che il nostro ospedale esprimeva e la situazione di depotenziamento venuta a crearsi dopo il famigerato piano di rientro imposto nel 2008. 
Sono stati sottoposti all’attenzione del commissario delle proposte per il rilancio dell’ospedale di Acri, che tengano conto dell’attuale situazione disastrata della sanità calabrese, ma soprattutto la possibilità che i cittadini possono avere le cure adeguate nei confini della nostra regione, al fine di arrestare quel flusso migratorio tanto dannoso per il nostro sistema sanitario regionale.
A conclusione dell’incontro, il gen. Cotticelli ha preso l’impegno di venire a visitare il nosocomio acrese, al fine di verificare lo stato di salute della struttura.

Il direttivo con il Generale Cotticelli

Puntualizzazioni sul servizio idrico.

Il nostro precedente articolo non voleva essere assolutamente denigratorio o offensivo nei confronti di chicchessia, ma semplicemente dava voce a quanti in questi giorni devono fare i conti con i disagi provocati dall’invio di bollette del servizio idrico errate. La situazione disastrata dell’Ente, la carenza di organico ed il dissesto, non possono essere un alibi, ed il disservizio non è sicuramente colpa dei cittadini che pagano regolarmente le tasse. Non siamo certamente noi a stabilire quanti impiegati debbano essere dislocati presso l’ufficio tributi, in quanto gli stessi vengono identificati tramite il PEG, competenza dell’amministrazione.

Premesso ciò, vogliamo illustrare alcune prescrizioni generali che la legge prevede riguardo il servizio idrico.

Le compensazioni tra un esercizio finanziario e un altro, non solo sono possibili ma anche auspicabili, sarebbe assurdo infatti vantare un credito di centinaia o migliaia di euro e dover continuare a pagare importi inferiori, figuriamoci fare causa al Comune per ottenere quanto dovuto!  La compensazione attualmente è possibile secondo l’art. 8 dello Statuto dei diritti del Contribuente che recita così: “L’obbligazione tributaria può essere estinta anche per compensazione”. Inoltre, l’art. 1243 del Codice Civile, introduce due distinte tipologie di compensazione: la forma legale che si verifica quando coesistono due crediti tra loro omogenei, liquidi ed esigibili e la forma giudiziale che opera nell’eventualità in cui il credito opposto non è liquido ma di facile e pronta liquidazione. Il caso dei tributi può essere fatto rientrare nella prima fattispecie. La Corte dei Conti della Lombardia inoltre, con deliberazione n.103/2014, ha ricordato che, in base alla disciplina contenuta nel Codice Civile, la compensazione rientra tra le modalità di estinzione dell’obbligazione diverse dall’adempimento. In parole povere il Comune può provvedere motu proprio alla compensazione crediti/debiti, ed anche tra tributi differenti tramite opportuno regolamento o disposizione interna. Chi prospetta la sola via giudiziaria, evidentemente molto onerosa per il cittadino, forse non conosce o fa finta di non conoscere l’istituto contemplato dalla normativa vigente.

In merito all’applicazione della quota fissa (manutenzione rete), essa non è dovuta, se non viene calcolata in base alla delibera all’Autorità per l’Energia Elettrica, Gas e Sistema Idrico N°664/2015 e successive modifiche e integrazioni, che definisce le regole per “il computo dei costi ammessi al riconoscimento tariffario, nonché per l’individuazione dei parametri macroeconomici di riferimento e dei parametri legati alla ripartizione dei rischi nell’ambito della regolazione del settore idrico”. In altre parole stabilisce i costi di manutenzione e tariffe, che, se non calcolati secondo questa direttiva, risultano illegittime.

Per quanto concerne l’IVA agevolata (10%), essa si applica solo alle tariffe, e solo sui consumi REALI, ma non sull’eventuale canone di manutenzione (i famosi 26€).

Forti perplessità di legittimità rimangono sulla questione della doppia bollettazione (acconto e saldo), poiché prevedono l’applicazione i consumi presunti, per le quali andrebbero invece effettuate 2 letture (o autoletture) annuali. E’ il Comune a dover dimostrare il consumo reale, tramite lettura del contatore, assunto alla base di molteplici sentenze a favore di contribuenti che dovevano pagare bollette di acconto con consumi presunti.

In relazione ai costi per la depurazione, essa non sarebbe dovuta, in quanto Acri rientra tra i comuni per i quali l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per ben 2 volte nel 2012 e nel 2018 per non aver realizzato la costruzione, la gestione e la manutenzione degli impianti di trattamento delle acque reflue. Più dettagliatamente, per il mancato rispetto dei requisiti fissati agli articoli 4-7 della direttiva 91/271 e dell’articolo 5 della stessa approvata del Consiglio il 21 maggio 1991 e concernente il trattamento delle acque reflue urbane, come modificata dal regolamento (CE) n. 1137/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio il 22 ottobre 2008, conformemente all’articolo 3 di tale direttiva. In parole semplici se non mi dai la depurazione, non devo pagarla!

Per quanto concerne le bollette di pochi euro (modesto ammontare), i commi 1 e 4 dell’articolo 25 della legge 289/2002 (Finanziaria 2003), prevedono un importo di 12 € al di sotto del quale i versamenti non sono dovuti e non sono effettuati i rimborsi, salvo i casi in cui il Comune deroghi a tale importo con una norma di natura regolamentare (comma 168 art. 1 Finanziaria 2007). In parole semplici, ci deve essere un regolamento comunale che stabilisce la deroga all’importo minimo di 12€. Sul regolamento del servizio idrico non vi è traccia di tutto ciò, mentre si trova in quello della IUC (Imposta Unica Comunale). Anche sul “Regolamento di contabilità armonizzata”, approvato con deliberazione n.2 del 20.4.2017 del Commissario Straordinario (con i poteri del Consiglio Comunale) e non vi è traccia alcuna di deroga alla legislazione nazionale. Le bollette di pochi euro non solo sono “odiose” perché costringono il cittadino a pagare più di tassa di incasso che di tariffa, ma anche perché il Comune ci perde perché spende più soldi per la notifica rispetto a quelli incassati.

Tutto questo ovviamente al netto degli errori di bollettazione e degli aumenti di tariffa del 50% rispetto al 2016. Tutto quanto sopra esposto è frutto di ricerca e studio da parte dei componenti della LACA, i quali sono disponibili a dare chiarimenti a chiunque voglia interfacciarsi con noi.

Lavare la testa all’asino, si perde acqua, sapone e tempo!

Da oltre 2 settimane sono in consegna le bollette del servizio idrico, saldo anno 2017 e acconto 2018, tanto per non farci mancare nulla. Purtroppo anche quest’anno rivediamo le stesse scene all’ufficio tributi del comune di Acri preso d’assalto da cittadini “vittime” di bollette errate, costretti loro malgrado a perdere una mezza giornata per risolvere il problema, quando ci si riesce.

Incontriamo il sig. P.G., residente a La Mucone, al quale, a fronte di un consumo effettivo di 84 mc è stata applicata la tariffa massima di 1,25 € (3° fascia) al posto dei 0,55€ (1° fascia), inoltre gli sono stati addebitati fognatura e depurazione, anche se ha il pozzo nero e provvede a sue spese a svuotarlo. Alla sig.ra M.M., che vanta un credito di verso il comune di oltre 350€ nel 2017, è arrivata una bolletta di acconto per il 2018 di 130 €, senza che si sia provveduto ad una compensazione d’ufficio. La sig.ra RV ha ricevuto una bolletta di un euro, a fronte di €1,50 per il pagamento del bollettino postale. Come loro, altri centinaia di cittadini si recano presso l’ufficio tributi per chiedere spiegazioni, ma le risposte più comuni che ricevono dal personale ufficio tributi sono: “dovete pagare perché non possono essere rettificate” oppure “non pagarla che poi arriverà Equitalia”!

Leggendo le bollette, risultano evidenti molteplici discrepanze: applicazione di tariffe errate, consumi presunti invece di consumi effettivi, canone idrico applicato più volte, fognatura e depurazione anche se non dovuti, bollette con importi di pochi euro, ecc..

Stavolta Andromeda non c’entra e non può accollarsi la responsabilità degli errori, stavolta non ci sono alibi, le responsabilità di queste bollette sballate vanno necessariamente ricercate, come è già accaduto, all’interno della struttura comunale.

Pensavamo che la lezione fosse servita, ma per le amministrazioni, passate e presenti, a quanto pare non l’hanno imparata.

Per quanto riguarda le tariffe del servizio idrico, l’attuale amministrazione a settembre 2017 ha provveduto ad aumentarle di oltre il 50%, modificando la precedente delibera della giunta Tenuta (gennaio 2017), con i seguenti costi a metro cubo: Fascia 1 da € 0,35 a 0,55; Fascia 2 da € 0,42 a 0,65; Fascia 3 da € 0,80 a 1,25. Le tariffe per il 2018 sono state confermate tal quali, com’è rimasta uguale, da 3 anni a questa parte, la quota per il canone di manutenzione pari a 26,00€, che come abbiamo già detto è illegittimo e non va pagato, se non supportato da un piano di investimento sulla rete idrica.

Consigliamo vivamente ai nostri concittadini di controllare il dettaglio delle bollette dell’acqua, ma anche tutte quelle che arriveranno, e pretendere la rettifica immediata della bolletta secondo il consumo effettivo.

Avevamo dato la nostra disponibilità a verificare se ci fossero problemi di sorta con le tariffe ed il piano finanziario, ma purtroppo abbiamo “predicato nel deserto”. L’assessore al ramo, pagato con soldi pubblici, oltre a preoccuparsi di far risparmiare qualche euro alle disastrate finanze pubbliche inviando le bollette in un’unica busta, si occupi del piano finanziario dell’ente e degli errori contenuti nella bollettazione. Invece di amministrare come il buon padre di famiglia, come promesso in campagna elettorale, si assiste ad atti di imperio, rapporti litigiosi e spartizione di poltrone, tutto questo mentre il paese sembra andare alla deriva.


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