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Tenuta costanza

Le Denunce di Pettinato ed i conti della coppia Tenuta – Costantini

Era il marzo di quest’anno, quando in un impeto di passione, il consigliere Pettinato, tuonava contro gli sprechi dell’amministrazione, di cui egli è parte integrante. In quel momento, forse aveva preso coscienza della pochezza dell’azione amministrativa, voleva fortemente un cambio di rotta. Ma poi, tutto, chissà perché, finì in una bolla di sapone. Ma andiamo per gradi.

Abbiamo poi, Nicola Tenuta (classe ’55) e Antonio Costantini (classe ’42). L’affinità elettiva che li lega indissolubilmente ha radici lontane. Laureati entrambi in discipline economiche, hanno fatto dell’economia la loro maestra di vita. Commercialisti e revisori dei conti, con i conti hanno un debole che va al di là della tavola pitagorica. Non ci sono dubbi. E si stimano. Tanto. Fin dal primo insediamento, di Nicola, come sindaco di Acri. Appena arrivato ha avuto un pensiero affettuoso per il collega. L’ha eletto Direttore Generale del Comune, dall’anno 2000 al 2005. Con la sua rielezione nel 2013, doveva richiamarlo perché aveva bisogno di confrontarsi con lui sui conti che non tornavano perché altri, a suo dire, avevano lasciato in sospeso. Non potendolo più eleggere Direttore Generale lo ha voluto direttamente con sé. Nel suo staff. Per “l’irrisoria” cifra annua di 35 mila euro, più 6 mila di indennità, e rimborsi spese. Questi ultimi non si negano mai a nessuno. Tanto che, in netto ritardo sui tempi, il sempre attento consigliere Pettinato, interveniva a gamba tesa sull’incarico a Costantini, ma che portavano anche il portavoce designato, a perdere la voce e l’incarico. Ma al sempre vigile consigliere Pettinato, non poteva nemmeno sfuggire l’opacità dell’operazione trasparenza della Fondazione Trasparenza, che ci costava la bellezza di 35 mila euro, per la consulenza del prof. Jorio, e per la formazione del personale  mai effettuata. Ma, il Nostro ci faceva notare, anche che Sindaco e assessori, a luglio 2014, in pompa magna si affannavano a giurare sulla sua gratuità. Tenuta, però, non si faceva intimorire, non poteva rinunciare a Costantini. Non poteva scegliere un esperto migliore. Addirittura vicepresidente della Commissione tributaria di Cosenza. Avere uno come lui direttamente a casa propria è sempre una buona cosa. E quando, alla fine dello scorso anno, è stato costretto ad allontanarlo, in conseguenza del Decreto Madia, lo ha subito richiamato quale Nucleo di Valutazione interno. E, quindi, Costantini da Staff ovale, dietro la scrivania, è stato promosso Nucleo rotondo a sé stante, dirimpetto alla porta d’ingresso di Tenuta. A questo punto, al consigliere Pettinato non restava altro che allinearsi, per senso del dovere, e per non far soccombere la maggioranza, anche perché l’estate acrese era alle porte e non si poteva dare un brutto spettacolo. Ma intanto, le famiglie composte da sole unità hanno continuato a moltiplicarsi. Immobili di 85 metri quadrati sono diventati 100. Le bollette dell’acqua e della TARI hanno ripreso a gonfiarsi fino ad esplodere. Esercizi commerciali da 300 a mille. Così facendo i due esperti di bilanci sono riusciti a bilanciare tutto in eccesso. Tutto a cento o a mille. Alla pari, dunque. Per evitare che qualcuno scoprisse l’arcano, hanno fatto aggiungere alle segretarie qualche numero spurio e qualche virgola. I due non se la sentivano, così affezionati alle loro conclusioni. E se per i milioni di euro, che i cittadini acresi sono stati costretti ad accollarsi per trent’anni, non abbiamo contezza, l’abbiamo invece per i rimborsi delle spese che sostiene il vicepresidente della Commissione tributaria di Cosenza per raggiungere il Nucleo di Acri. Nei mesi che vanno da marzo ad agosto Tenuta gli ha riconosciuto ben 2539 euro di benzina a fronte di 90 viaggi sostenuti. Le guide Google maps e Michelin, che svolgono il servizio di calcolare i costi del singolo viaggio, si fermano a 12,64 euro. I commercialisti dei conti del Comune di Acri, invece, sono arrivati a calcolarne ben 28,21. Più del doppio. Probabilmente Tenuta ha suggerito di arrotondare a 30 euro e qualche segretaria di Costantini ha sottratto un euro e dispari. Proprio per non farla sporca. Sempre che i viaggi sono stati veramente 90. O hanno arrotondato pure questi?

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Come volevasi dimostrare…

Purtroppo abbiamo avuto conferma che le nostre paure erano fondate. L’ospedale di Acri sarà privato di un’altra attrezzatura essenziale per il rilancio del nostro nosocomio: la Risonanza Magnetica.

Nel giugno 2012 L’ASP di Cosenza autorizza l’acquisto di 5 RM per gli ospedali di Acri, Cetraro, Rossano, Praia a Mare, e nel poliambulatorio di Quattromiglia di Rende, insieme ad 8 TAC e 2 mammografi, per un costo complessivo di 5 milioni e mezzo di euro, con la motivazione di abbattere le liste di attesa. Una delle 5 RM (nessuna di queste ancora istallata), quindi, è stata destinata ad Acri. Sono stati individuati gli spazi nei quali sarebbe stata collocata, con tanto di studio di fattibilità pagato, ma ci sarebbero voluti dei lavori di adeguamento da parte dell’ASP per poterla installare, i quali non sono mai stati effettuati. Per intoppi burocratici, e anche perché nel frattempo le condizioni e le opportunità politiche sono cambiate, ma non certo le esigenze della popolazione, che inevitabilmente ne paga le conseguenze. Sono stati necessari circa 3 anni per appaltare gli stessi lavori, ad inizio 2015, ma solo a Cetraro sono in corso.

Adesso, cosa sta pensando il DG dell’ASP di Cosenza, dott. Filippelli, nominato a marzo scorso da Oliverio, con l’incarico scaduto e rinnovato, non si sa per quanto ancora (noi speriamo per poco)? La sua intenzione è quella di ricollocare le risonanze magnetiche di Praia a Mare allo spoke Paola- Cetraro, e quella di Acri allo spoke Corigliano-Rossano, con la scusa ufficiale di potenziare gli spoke. Questo nell’attesa di “specializzare le strutture territoriali e per le quali acquistare strumentazione adeguata”, che tradotto significa “intanto io mi prendo le attrezzature e poi, se sapremo cosa fare di voi, vi compreremo qualche strumentazione!”. Dovrà decidere  il Dipartimento di Sanità regionale se autorizzare o meno lo spostamento. Ricordiamo che una delle 5 RM era già destinata proprio all’ospedale di Rossano ed un’altra a Cetraro.

Vogliamo evidenziare, che altre attrezzature mediche, come quelle delle sale operatorie dell’ospedale di Acri sono state portate via, potenziando Castrovillari, e che ora devono necessariamente ritornare ad Acri.

Situazione analoga si potrebbe dire, al poliambulatorio di via Julia ad Acri, dove sono presenti bravissimi medici specialisti, che devono essere messi in grado di effettuare visite nel migliore dei modi. Qui, solo per citare alcuni casi, nel corso degli ultimi anni sono stati sottratti un ecocardiogramma, necessario a diagnosi accurate a livello cardiaco, un combinato per lo studio dentistico che ovviamente ha cessato la propria attività, a beneficio di altri poliambulatori e studi privati. L’elenco degli “scippi” di attrezzature mediche è  molto lungo, ce ne  occuperemo nel dettaglio quanto prima.

Solo 2 settimane fa il sindaco Tenuta ci voleva tranquillizzare sul destino del nostro ospedale, e sull’attivazione della RM, ma questo è l’amaro risultato.

Avere  un  ospedale  ed  un  poliambulatorio  che  rispondono  alle  esigenze  della  popolazione, eviterebbero, inutili e dispendiosi viaggi della speranza, per pazienti e per la Sanità regionale.

Tutto è ancora molto nebuloso, nell’attesa del famigerato decreto correttivo del commissario Scura, l’unica certezza sono le liste di attesa che continuano ad aumentare.

Non siamo più disposti a subire questo trattamento da parte di tecnici politicizzati. Ci opporremo con tutte le forze a questo ennesimo scippo ai diritti fondamentali della persona!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Niente di nuovo sotto il sole!

Con ogni probabilità, entro la fine di ottobre, verrà emanato un decreto “correttivo” del piano di riordino della rete ospedaliera calabrese. Noi lo avevamo chiesto già ad aprile. Purtroppo, però, leggendo le dichiarazioni dello stesso Scura, questo ennesimo decreto commissariale, non risponderà alle richieste del territorio acrese del suo Hinterland. Infatti, riprende integramente il decreto n.18 del 2010 di Scopelliti, ed i successivi decreti che hanno portato l’ospedale di Acri nella situazione attuale. Non capiamo di cosa debba essere soddisfatto il Sindaco Tenuta e gli esponenti del PD locale e regionale. E’ “la montagna che ha partorito il topolino”.

Ma vediamo nel dettaglio cosa dovrebbe accadere nel prossimo futuro.

Il laboratorio analisi, che Scura già ad aprile aveva detto che non doveva essere chiuso, rimarrà indipendente da Corigliano, ma delle 5 unità mediche di laboratorio previste, solo 4 attualmente sono operative, di cui una è prossima al pensionamento. Il rischio chiusura non è affatto scongiurato. Per noi, invece, andrebbe potenziato, richiedendo le unità mediche mancanti e prevedendo altri 2 tecnici di laboratorio, rispetto a quelli attuali. Occorre utilizzare a pieno regime tutte le attrezzature presenti, come ad esempio i servizi di microbiologia, attualmente sottoutilizzati e necessari per la determinazione delle malattie reumatologiche ed epatiche

I posti letto rimarranno sempre 62, come previsto nel DCA n.9 2015, appena 2 in più della soglia di chiusura, imposta dall’accordo della conferenza Stato-Regioni, il cosiddetto “Patto per la Salute” 2014-2016.

La lungodegenza (portata a 16 posti letto), in pratica una Geriatria, prevista già dal 2010 ai tempi di Scopelliti, non è stata mai attivata, e non lo sarà sicuramente nell’immediato futuro, visto che non ci sono gli spazi ed il personale per realizzarla.

Analogamente il Percorso Nascita, anche esso previsto e mai realizzato, nonostante vi siano le attrezzature già in carico all’Azienda Sanitaria. Dubitiamo fortemente della sua attivazione, visto che non ci sono assicurazioni in tal senso.

La Chirurgia, con una sala operatoria all’avanguardia, una delle migliori della provincia di Cosenza, potrebbe far fronte ad interventi di reale emergenza, come ad esempio una peritonite o una rottura di milza. Ma con questo decreto ciò non potrà accadere, infatti, la parola d’ordine in questi casi sarà sempre: ”Trasferimento”! Sempre che ci sia posto in altri ospedali, con tutte le conseguenze ed i pericoli derivanti da un trasporto in emergenza! Potranno essere effettuati solo piccoli interventi programmati. I posti letto saranno 10, ma questi ultimi, sono in dubbio, visto che devono essere approvati dal Ministero della Sanità. Si avrà, inoltre, un ulteriore spreco di risorse poiché è previsto la stipula di convenzioni con altri ospedali (Hub e Spoke), senza utilizzare le unità e le competenze presenti ad Acri formatisi in tutti questi anni.

Lo spoke Acri-Castrovillari non esiste più. Ma paghiamo ancora le sue influenze nefaste! Noi chiediamo il rientro immediato dei medici e delle apparecchiature trasferiti da Acri, e che non hanno più ragione di operare  verso presso ospedale di Castrovillari, visto che quest’ultimo è diventato ormai quasi un Hub, a discapito di Acri e con il beneplacito di Oliverio. Devono rientrare soprattutto i 2 ginecologi che prestano servizio ad Acri solo nei giorni pari, perché ciò causa notevoli disagi alle donne che necessitano assistenza, negando nel contempo le necessarie consulenze specialistiche d’urgenza all’unità di PS.

Non si è intervenuto sulle liste di attesa per le diverse prestazioni ambulatoriali, che anzi sono in aumento. L’ASP di Cosenza ha imposto la riduzione del numero di prestazioni giornaliere, senza apparente motivo. Una follia! Se il pubblico non soddisfa la domanda, lo farà certamente la sanità privata, che di certo non fa beneficenza! Gli ambulatori vanno potenziati, cosa che si potrebbe fare anche a costo zero.

Il problema principale riguarderà le conseguenze, ma anche la reale applicazione di questo decreto. I politici di ogni schieramento, locali e non, in tutti questi anni, invece di denunciare i DG

dell’ASP per la mancata applicazione dei decreti, hanno buttato fumo negli occhi dei cittadini, permettendo che l’ospedale sia rimaneggiato in maniera irresponsabile.

L’amministrazione attuale, colpevolmente, ha preferito seguire la propria strada affidandosi ad “esperti” di dubbia preparazione e di insufficiente conoscenza della materia, piuttosto che confrontarsi a campo aperto con tutti gli operatori del settore. Tutto questo, nonostante il 29 aprile scorso a gran voce la cittadinanza ha chiesto il rispetto che merita. Mentre il sindaco, invece di mettersi a capo della comunità per combattere insieme questa battaglia, senza rispetto per gli acresi, si è infilato tra la folla, è bene ricordalo, in maniera anonima.

Noi invece, abbiamo dal canto nostro, raccolto tutti gli spunti, le indicazioni ed individuato le criticità provenienti dal settore ospedaliero, confrontandoci anche con gli altri comitati degli ospedali di zona montana (C.O.MoCal.). Ne è scaturita una proposta fattibile e con nessun impatto sui conti disastrati della Regione.

Fermo restando questa proposta di base, abbiamo formulato anche un’altra ipotesi, ancora più ambiziosa. Proponiamo di realizzare un ospedale spoke di zona montana con San Giovanni in Fiore, tipologia che esiste e funziona in maniera efficiente in altre regioni.

Di tutto questo l’amministrazione non ne ha voluto sentir parlare.

Alla luce di quanto accaduto, abbiamo chiesto un incontro urgente con il commissario Scura, per illustrare la nostra visione della Sanità che funziona e che garantisca un’assistenza degna di questo nome!

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi.

IL CONCETTO DI DEMOCRAZIA

In matematica c’è il concetto di “Insieme”. Cioè quella teoria secondo la quale una collezione di oggetti forma un altro oggetto più generale. Ad Acri, invece, abbiamo il concetto di “Insieme per Tenuta”, quella peculiare nozione sociopolitica secondo la quale chi la pensa in modo diverso dal sindaco, Nicola Tenuta, viene espulso. Anche se è stato fondamentale per la sua vittoria elettorale, come i consiglieri Viteritti e Cavallotti. Anche se è di parere contrario per spirito democratico, perché si permettono di avanzare richieste di modifiche ad atti pubblici palesemente dannosi per la collettività, e quindi nell’interesse di tutti.

L’ultima accezione di “Insieme per Tenuta” l’abbiamo riscontata con l’allontanamento dei suddetti consiglieri di maggioranza dalle Commissioni Bilancio e Urbanistica. Proprio dove, nel corso dell’attuale governo locale, “si sono permessi” di porre in rilievo alcune incongruenze dell’esecutivo. Come la questione della tariffa minima dell’acqua. Questione che, insieme a quelle della TARES e della TARI, nonché dell’ospedale e della viabilità, tutte promosse dall’attivismo del nostro Comitato prima ed Associazione ora, hanno portato per strada oltre 5 mila persone in due occasioni. C’era qualcosa che non andava. Tanto che il dibattito politico poi si è spostato dalla legittima erogazione dei bollettini da pagare in capo ai cittadini alla legittima e paranoica percentuale di errore da parte dell’Amministrazione di Tenuta band. La band ballerina di Nicola Tenuta.

Di cosa sono rei i due “furfanti”? Di aver espresso parere negativo all’ennesimo bilancio “taroccato”, che si va ad aggiungere alla lunga serie di bilanci edulcolorati delle precedenti amministrazioni. Poi, l’alienazione del patrimonio immobiliare e naturalistico del Comune. La rinegoziazione dei mutui, che costringeranno gli acresi, vita natural durante, ad accollarsi non solo il debito ma anche gli interessi, e sulla cui natura, la cittadinanza, non ha ancora certezza di quanto debba pagare. E anche sulla questione dell’ufficio legale. Una richiesta, questa che Cavallotti e Viteritti, non dovevano fare. Perché la chiamata diretta degli avvocati, evidentemente, conviene, se non ai poveri cittadini, almeno al sindaco e alla sua band. E molte altre. Ma la goccia che avrebbe fatto traboccare il significato di “Insieme per Tenuta” pare sia stata la mancata approvazione del bilancio di previsione lo scorso 28 luglio. Una goccia velenosa che Tenuta non è riuscito a mandare giù. Tanto che il figlio, Raffaele, presentatore della lista del padre, insieme all’amico Vincenzo Ritacco, hanno vietato ai due di “utilizzare, nelle sedi istituzionali, il simbolo ed il nome della lista civica Insieme con Tenuta.” Solo nelle sedi istituzionali, però. Perché nei bar, in piazza, su facebook sono ancora liberi di formulare teoremi arzigogolati su come si può stare e non si può stare con il Sindaco.

Noi come Associazione evidenziamo l’ennesimo sopruso verso la Città. L’assoluta mancanza di democrazia e trasparenza. L’assenza più totale di un costruttivo dibattito politico in seno all’attuale maggioranza.

Esempio lampante, è l’ultimo consiglio comunale, incentrato essenzialmente alla “risoluzione” delle scelte scellerate di questa amministrazione. Si è assistito ad una farsa in cui l’interprete corregge se stesso. L’annullamento di un regolamento per l’utilizzo dell’acqua potabile per uso irriguo, dopo che centinaia di persone sono state costrette a provvedere, a proprie spese, a realizzare pozzi artesiani per l’irrigazione dei propri appezzamenti. Il Caffè  Letterario, che  ha necessitato addirittura la modifica al regolamento del M.A.C.A., per sanare una vicenda che ha del dilettantesco.

Chiederemo al signor Prefetto di porre fine a questo calvario a cui siamo tutti condannati. Di anticipare la fatidica data del 2018, quando ricorrerà la fine naturale della Tenuta band.

Di riconsegnarci la libertà di scegliere un’altra amministrazione e di tornare al nostro caro e amato concetto di “insieme”. Così come lo abbiamo studiato a scuola.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

 

Ci risiamo – Acqua

CI RISIAMO!

“Il Lupo perde il pelo ma non il vizio!”, il significato è presto detto.

Il Sindaco Tenuta ha attribuito i disservizi della fatturazione del servizio idrico al programma gestionale Andromeda, ed ha promesso di rivalersi verso l’azienda per i problemi che gli utenti hanno avuto. Ma come altre promesse, anche questa è andata disattesa. Infatti, come se nulla fosse, sono stati liquidati € 4543,78 di canoni di luglio ed agosto (det. 18/2 del 17/09/2015), per l’assistenza alla suddetta società.

Con determina n. 181/1 del 20/08/2015, l’onnipresente Giovanni Cofone, e assessore di riferimento Martelli, ed ovviamente con il beneplacito del Sindaco, hanno deciso di mandare 13.221 bollette di acconto ad altrettanti utenti, sembra tramite le poste private, al costo di una decina di migliaia di euro ad invio, senza la dovuta relata di notifica (prerogativa dei messi comunali o Ufficiali Giudiziari), solo per far cassa. Questa è la prima volta che accade che i cittadini debbano pagare in due distinte rate.

Contestiamo fortemente questo modo di procedere. I cittadini hanno il diritto di sapere esattamente quanto devono pagare, con letture puntuali dei contatori. Ma l’amministrazione non ha programmato le letture da parte dei propri incaricati entro i termini prescritti. Non è stata nemmeno in grado di pubblicare avvisi alla cittadinanza per le autoletture, come prevede il regolamento. Inoltre, la fatturazione è relativa sempre al 2014, mentre le letture avverranno nel 2015. Per noi, andava fatta una bollettazione a saldo per il 2014, visto che le letture sono state effettuate, e poi semmai una fatturazione di acconto per il 2015 con saldo a lettura eseguita. Questo è il segno che alcuni non imparano dai propri errori!

Nel numero complessivo delle bollette ci sono anche quelle che hanno un consumo virtualmente nullo, in pratica un canone, palesemente illegittimo, che ha solo cambiato forma! Chi ha un consumo nullo, è costretto comunque a pagare, poco ma ha pagare!

Avendo potuto controllare nel dettaglio centinaia di bollette, non solo quelle dell’acconto 2014, ma soprattutto quelle “sballate” del 2013, si possono notare anche importi di pochi euro. Tenendo conto delle somme virtualmente da incassare, rispetto alle spese di invio agli utenti e delle tasse postali da pagare per l’incasso rispetto alla somma irrisoria della singola bolletta, tutta la procedura è  priva di ogni logica, almeno per noi, non certo per i nostri amministratori.

Facciamo un esempio, nemmeno troppo raro, per pagare un consumo totale di 1 m3 (utenza commerciale), per un totale di €1,19, per un costo di recapito almeno di €0,60 ad invio (€1,20 totale). Si spendono 1,20€ per incassarne 1,19 €, davvero un bell’affare per le casse comunali! Inoltre, l’utente dovrà spendere € 3,00 per i 2 bollettini postali, acconto e saldo, (1,50 € a bollettino), il danno e la beffa! Ricordiamo inoltre, che è prerogativa dell’amministrazione di ricevere o effettuare pagamenti al di sotto di una certa somma, che per le tasse statali è 12,00 euro.

Il Sindaco, nonché assessore al Bilancio, è notoriamente un commercialista, abituato a “far tornare i conti”, ma non si è fatto nessuno scrupolo a provocare questa sorta di danno alle casse del Comune ed alle tasche dei contribuenti, nonostante le ripetute e motivate richieste della cittadinanza!

Tutti sono tenuti a rispettare la legge ed a pagare i tributi, ma come abbiamo più volte ribadito, nella giusta misura. Sono anche e soprattutto gli amministratori a dover osservare le norme e dare il buon esempio, senza dimenticare il buon senso. Purtroppo, come abbiamo potuto appurare questa amministrazione non sappia più cosa sia!

Rimane, inoltre, aperta la questione di chi non è allacciato alla rete fognaria comunale e che non usufruisce del servizio di smaltimento dei liquami, costretto suo malgrado a pagare anche questo servizio non usufruendone.

Consigliamo a tutti i nostri concittadini di verificare la propria lettura attuale del proprio contatore dell’acqua e confrontarla con quella fatturata. Riteniamo giusto, anzi dovuto, richiedere la compensazione dei canoni idrici pagati ingiustamente, mediante una richiesta formale all’Ufficio Tributi del comune di Acri, controllando le bollette pagate negli ultimi 5 anni. Questo riguarda soprattutto chi non ha consumato nulla, ma anche chi ha consumato meno di 140 m3 annui. Alleghiamo, ancora una volta, un modello di richiesta personalizzabile per chiunque volesse procedere a tale richiesta.

“Pasquale” ringrazia per l’attenzione!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

UN FULMINE A CIEL SERENO!

Quando è stato realizzato, dalla prima giunta Tenuta, quest’opera ha fatto storcere il naso  a molte persone. Da allora, con il passare degli anni, sia per il fatto che l’opera già realizzata, sia perché ormai facente parte del panorama urbano, il suo valore, e quello che essa avrebbe dovuto rappresentare sono stati accettati dalla collettività, che nonostante tutto gli ha attribuito il significato di opera viva e naturalistica, poiché realizzata con il legno.

Il tempo, però, si sa non fa sconti. La stato dell’attuale pavimentazione, con qualche tavola rotta e qualche supporto che ha ceduto, nonché dell’usura da calpestio, non è certo colpa del legno. Esso deriva dalla mancata manutenzione, almeno quella ordinaria, che al costo di poche centinaia di euro all’anno, avrebbe assicurato una durata di decenni al tavolato.

Dopo ripetute lamentele, qualche incidente per fortuna non grave, e dopo diverse discussioni sui vari social network, è stato effettuato un sopralluogo da parte del Vice Sindaco e dei tecnici comunali, alla quale era presente anche un esperto che collabora con la nostra associazione.

La strada che vorrebbe seguire il comune sarebbe quella del rifacimento completo della pavimentazione, ma non più in legno, il che costerebbe alla collettività almeno 25 mila euro.

Abbiamo realizzato un preventivo di spesa, per aiutare i tecnici comunale a scegliere per il meglio ed accelerare i lavori di sistemazione. Esso prevede il mantenimento l’assetto attuale, sempre in legno, perché crediamo che sia la soluzione migliore e più economica, che comporterebbe cioè la minor spesa, e pochissimi disagi per la popolazione. La cifra è pari ad € 6.628,26 (IVA compresa), e tiene conto solo del materiale, visto che auspichiamo che il lavoro venga realizzato con manodopera comunale ed in economia. Il lavoro sarebbe completato in poco più di un mese.

I soldi per la sua realizzazione per noi ci sono, visto che dal flop dell’estate acrese sono avanzati 8.750€ (17.500), 2° rata per gli spettacoli non svoltisi all’anfiteatro, e nell’attesa che il comune citi in giudizio la F.R. Live Eventi & Managment per il danno di immagine alla Città.

In considerazione del fatto che la cattiva stagione è alle porte, questi lavori sarebbero dovuti tenersi molto tempo fa, ma purtroppo le priorità dell’amministrazione sono altre.

Ci auguriamo che le transenne non rimangano installate a lungo, e che il lavoro di sistemazione sia portato a termine in tempi brevi, per permettere alla cittadinanza la piena fruizione della villetta Gazebo.

Infine, volevamo ringraziare Vittorio Brumotti, di Striscia la Notizia, per aver risposto alla nostra richiesta e quella dei cittadini acresi, e per aver mostrato l’inefficienza delle amministrazioni che si sono succedute da qualche decennio fino ad oggi.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

E’ ORA DI FARE CASSA, SEMPRE E SOLO A DISCAPITO DEI CITTADINI!

Troppo spesso il Sindaco Tenuta e la sua Amministrazione dimenticano di rappresentare, per il fatto di essere stati eletti in modo democratico, un intero territorio, fatto di persone che gli hanno affidato la cosa pubblica, ed egli stesso insieme agli assessori ha giurato di amministrarlo e di essere fedele alle Repubblica ed alle sue Leggi!!

In questo contesto che il Comitato Cittadino si muove e vigila affinché il giuramento del Sindaco e della sua Amministrazione nonché l’azione amministrativa del sodalizio sia conforme alle regole ed alla legalità.

Ma veniamo ai fatti: è di questi giorni, della notizia della vendita, tramite bando pubblico, per la cifra di 76 mila euro, da parte dell’Amministrazione, di tre autocompattatori e di un mezzo idraulico per la pulizia delle strade, acquistati nel 2011, attraverso un mutuo con la cassa depositi e prestiti. Ve ne doveva essere un quinto, del valore di 14 mila euro, ma forse sarebbe stato troppo! Sinceramente non capiamo quale opportunità possa derivare da questa vendita, ed il possibile ricavo che il Comune possa averne, se non quella di svendere dei mezzi semi-nuovi e non riavere indietro quanto già la collettività ha speso per il loro acquisto. Sicuramente l’opportunità è per chi già opera nello smaltimento e/o nel trattamento dei rifiuti o è in procinto di avviare una nuova attività in tale settore, acquistando tre mezzi efficienti ad un prezzo di realizzo gentilmente offerti dalla Giunta Tenuta a discapito della collettività.

Tali mezzi, oggi in stand by, potranno ritornare utili in caso una prossima Amministrazione voglia proseguire la strada della differenziata senza l’ausilio di ditte private, avendo già diversi mezzi a disposizione, oppure potrebbero ritornare utili come noli a freddo o in caso di emergenza quali scioperi o eventi straordinari.

Questa alienazione di automezzi diventa ancora più grave dal punto di vista contabile, se teniamo conto delle nostre molteplici denunce della presenza sul territorio comunale di diverse discariche abusive, la prima tra tutti quella del cimitero di San Giacomo, che ancora sono presenti ed in “piena attività”.

Non capiamo, inoltre, come mai l’amministrazione Tenuta, nonostante i mezzi a propria disposizione, sia dovuta ricorrere alla ditta E-Log per operazioni pulizia straordinaria, che non è dato sapere quali siano. La stessa ditta, a fronte di un preventivo di spesa del 17/12/2014, di €39.900,00, ha emesso fatture per € 78.196,80 nel periodo che va dal 13 al 31 gennaio 2015, per “Interventi Straordinari ai sensi dell’art. 4 del Capitolato Speciale d’Appalto Ditta E-Log”, quando ancora la raccolta differenziata non era partita, ripetiamo, nonostante i mezzi e dipendenti comunali fermi nei depositi.

La decisione di avviare una siffatta vendita senza chiedere il parere al Consiglio Comunale non solo è inopportuna, ma cosa ancor più grave illegale; si ricorda al Sindaco Tenuta che L’articolo 42 del D. Lgs.

Da quanto su detto si deduce che la formulazione del bando di vendita sui tali veicoli, che sono beni mobili registrati e seguono la stessa disciplina dei beni immobili, non è di competenza della Giunta Comunale ma bensì del Consiglio per quanto sopra detto. Giova ricordare che, i beni mobili iscritti

Ci riserviamo di presentare un esposto al Prefetto, ai sensi dell’art. 135 c. 2 D. lgs. 267/2000, per

Il comitato essendo rappresentanza di un intera collettività vuole che chi ha ottenuto mandato dai cittadini faccia il bene di questi, perché ogni nuovo mutuo, ogni bene comune che si rompe e che è male amministrato ecc. è sempre un costo aggiuntivo per le casse comunali che col tempo diventa sempre più insostenibile per le tasche dei cittadini. Chi amministra i soldi non li trova sugli alberi come le pigne ma nelle tasche della collettività.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

DAI FISCHI AI FIASCHI!

Qualcuno ha detto che i fischi diretti all’indirizzo del nostro Sindaco prima del concerto in onore di Fabio Curto lo scorso 2 luglio sono stati inopportuni. Con questa affermazione possiamo anche essere d’accordo sui tempi e sul luogo in cui si sono manifestati, ma non certo sulla volontà della popolazione di esprimere ancora una volta il proprio dissenso verso l’attuale amministrazione comunale. Quella sera, si è assistito ad una scena grottesca, con il Sindaco impegnato a sovrastare il fragoroso fischiare, affannato com’era nel distogliere l’attenzione dalla propria persona, come chi si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato!

Dopo quella serata, comunque, ci si aspettava che nel prosieguo della stagione sarebbero state molte le manifestazioni e le iniziative all’insegna del divertimento e dello spettacolo, le premesse c’erano tutte. Come al solito, però, si è voluto condensare tutta “l’estate acrese” nel solo mese di agosto, ed in particolare negli ultimi 10 giorni.

Ci si aspettava che non si sarebbe ripetuto il flop dell’anno passato, ma invece…

I concerti che si sono tenuti e si terranno (forse) all’anfiteatro comunale, in parte finanziati con un contributo comunale di 17.500 (il dissesto può aspettare), avranno come cornice una location che si trova in uno stato pietoso, priva di qualsiasi manutenzione ormai da mesi, come anche tutta la zona antistante l’anfiteatro stesso, compreso la villa comunale, che hanno offerto una presentazione pessima al pubblico venuto per vedere i concerti, almeno quello di Max Gazzè, visto che quello di Davide De Marinis è andato deserto e quello di Luca Barbarossa rimandato a data da destinarsi!

Vogliamo parlare anche di un altro appuntamento, mancato, la cosiddetta “Notte dei Sapori”, tanto decantata nel manifesto dell’amministrazione, che si è tenuta nella serata del 22 agosto. Doveva essere la vetrina delle eccellenze agroalimentari acresi, ma a parte qualche stand gastronomico di prodotti locali di qualità, nulla faceva pensare ad una manifestazione all’insegna della valorizzazione di tutte le nostre produzioni locali. Questo è l’effetto della mancanza di capacità di coinvolgimento e di organizzazione dell’assessorato di riferimento. Superfluo anche osservare che era presente anche uno stand per la vendita di una nota marca di elettrodomestici, che durante la notte dei sapori è sicuramente poco indicata!

Un altro “successo” dell’amministrazione è la “notte bianca”, se di successo si può parlare visto il calo di presenze rispetto agli anni passati, che in pratica è stata lasciata piuttosto all’impegno dei singoli esercenti che hanno contribuito ad animare i diversi angoli della nostra Città autotassandosi e organizzando concerti e manifestazioni musicali svoltisi in diversi luoghi.

L’assessore allo spettacolo dovrebbe lavorare per tempo alla organizzazione dei palinsesti e delle varie manifestazioni, che non è solo  l’estate acrese, ma le molteplici e differenti iniziative che potrebbero svolgere nel corso dell’anno.

Assistiamo ancora, purtroppo, ad una Amministrazione comunale assente e lontana dalla cittadinanza e dal tessuto produttivo acrese, la quale non ha saputo mai veramente dialogare con la popolazione, e che continua imperterrita a non tener in giusta considerazione tutte le categorie della società acrese.

Apprezziamo l’impegno dell’assessore all’Igiene e Ambiente nel voler fermare e sanzionare i trasgressori che in barba alle disposizioni sul conferimento della spazzatura continuano a imbrattare la nostra Città, ma invece perdere il proprio preziosissimo tempo dovrebbe sollecitare le Guardie Ambientali incentivati dal Comune, che sono autorizzate a raccogliere i dati dei trasgressori, a fare il loro “lavoro”. Inoltre, dovrebbe affrettarsi a istituire il sistema di monitoraggio con i servizi di video sorveglianza le discariche abusive sparse in ogni dove sul territorio. Questi sistemi di videosorveglianza dovrebbero poi essere funzionanti, come lo dovrebbe essere quello installato presso la discarica abusiva del cimitero di San Giacomo che purtroppo è ancora in “piena attività”! L’assessore, secondo noi, dovrebbe sondare il territorio e le persone per sentire quali sono le loro esigenze dalla loro viva voce, e cercare la loro collaborazione perché denuncino e documentino i comportamenti illeciti, invece di ergersi a difensore solitario dell’igiene pubblica.

L’assessore alle attività produttive, risulta ancora completamente assente alle sue deleghe, e si dimostra irrispettoso nei confronti del tessuto commerciale e produttivo acrese. Da quando è in carica non ha mai, e sottolineiamo mai, organizzato un incontro di qualsiasi natura con le associazioni di categoria.

Ci viene da chiederci se ancora la funzione di Assessore sia quella nobile di recettore delle istanze della collettività e di collante con la popolazione oppure quella purtroppo fin troppo spesso presente di “tappabuchi” dell’amministrazione?

Ci dispiace se qualcuno si sia offeso da queste considerazioni, ma le critiche che muoviamo ormai da mesi, vogliono esprimere il disagio sociale che la nostra comunità continua a vivere, e che continua a subire una totale assenza amministrativa priva di programmazione e di gestione del territorio.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

 

Tutto tranquillo, o quasi!

Stiamo vivendo un periodo di relativa calma nella nostra cittadina, rispetto ai primi mesi di quest’anno. In molti si chiedono se quello che sia successo sia stato il solito fuoco di paglia oppure sia l’inizio di un rinnovamento per Acri.

Una delle domande che ci viene posta di frequente è: “ma che fine farà l’ospedale?”.

Vediamo di dare qualche risposta, visto che chi è preposto a farlo se ne sta rinchiuso a palazzo Gencarelli facendo finta di niente, preso com’è a contare i voti in Consiglio e a far “quadrare” il bilancio.

Il nostro ospedale, esso è sempre sotto la spada di Damocle del decreto n.9 del commissario Scura, che nonostante abbia più volte affermato che sarebbe stato rivisto, nulla ha fatto per correggerlo. Anche dall’incontro istituzionale di facciata del 12 maggio scorso, tra amministratori locali e regionali, ovviamente non è stato redatto nessun atto correttivo, che è servito solo a buttare “fumo negli occhi” ai cittadini, con buona pace del nostro sindaco e  del  presidente Oliverio. Per tale motivo, insieme agli altri comitati degli ospedali montani (San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno, e Soveria Mannelli), abbiamo costituito formalmente il Co.Mo.Cal., che ha dato mandato all’avv. Calzone del foro di Vibo Valentia di proporre l’istanza al Presidente della Repubblica, che poi verrà girata al TAR competente per impugnare il decreto n. 9 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese, nella parte riguardante gli ospedali di montagna. Il ricorso nel merito è incentrato sulle incongruenze del piano di riordino che in modo sperequativo non tiene conto delle peculiarità delle diverse zone montane, della tempistica dell’emergenza, ma anche la mancata osservanza dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), nonché il depotenziamento ingiustificato dei presidi montani, a fronte di variazioni che non trovano nell’economicità i principi su cui si fondano i provvedimenti. Ogni comitato produrrà tutti gli elementi necessari che riguardano il proprio territorio e proprie specificità. Ci opporremo al taglio dei servizi di primo livello e chiederemo il ripristino dei reparti che funzionavano e che erano delle eccellenze nel nostro territorio. La memoria difensiva si baserà anche su sentenze già passate in giudicato, non ultime quelle che hanno interessato il Consiglio di Stato, sugli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare.

Oliverio doveva essere ad Acri il 5 giugno per visitare l’ospedale di Acri e parlare della situazione di isolamento della nostra città. Doveva partecipare ad un incontro con gli operatori sanitari, i sindacati, e la popolazione, a cui doveva dare delle risposte. Già, ma quali risposte avrebbe potuto dare? Sappiamo tutti che il presidente Oliverio non ha quasi nessun potere decisionale in materia sanitaria, se non quello di opporsi ai decreti del commissario Scura impugnandoli in sede

giudiziale. La sanità è gestita in nome e per conto del ministero e solo ad esso risponde non certo alla popolazione. Per tale motivo ogni raccomandazione o promessa di sorta lasciano il tempo che trovano. In una nota laconica il PD locale di Acri ci annuncia che la riunione è spostata a “data da destinarsi”, come il vecchio adagio “Campa cavallo, che l’erba cresce!”. Intanto il decreto commissariale n. 9 è già operativo con tutte le conseguenze che comporta. I soldi per completare i due pezzi di strada che non vanno da nessuna parte, sono stati stanziati (?) ma i lavori sono sempre fermi, anche per effetto delle beghe legali tra la Provincia (che era presieduta sempre da Oliverio) e la ditte appaltanti, un’altra promessa mantenuta complimenti!

La verità è che in questo momento ad Acri c’è molto fermento. Molti chiedono e vogliono di diritto un cambiamento, di tipo morale  ma  anche culturale. Siamo contenti che finalmente i nostri concittadini abbiano la consapevolezza del proprio ruolo che è quello di essere garante della democrazia, con il suo controllo costante sui propri amministratori, a tutti i livelli. Pensiamo di avere contribuito attivamente al risveglio dell’orgoglio acrese, e siamo contenti che altri comitati nascano per portare avanti le prerogative della  popolazione e difendere il bene comune, ma ancora è troppo poco…

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

OSPEDALI DI MONTAGNA: QUALE FUTURO?

sindaci dei comuni montani di Acri, S. Giovanni in Fiore, Serra san Bruno e Soveria Mannelli, si è discusso del futuro dei 4 ospedali di zona montana. Dall’incontro non è emerso nessun atto concreto che serva a congiurare il depotenziamento dei servizi essenziali di assistenza, ma solo vaghe promesse. L’obiettivo, anzi, a nostro parere sarebbe quello di temporeggiare fino alla completa applicazione del piano di deponziamento degli ospedali montani.

Di questo incontro istituzionale si è parlato a Falerna il giorno 14 maggio tra le rappresentanze dei comitati cittadini dei comuni interessati. Da una sua attenta analisi è emerso che si è prodotta l’ennesima discussione con proposte per certi versi già note, che rischiano di restare nel limbo degli annunci e di non produrre dinamiche di vero cambiamento.

Il                     C.O.Mo.Cal.,                       (Comitato                      degli                     Ospedali                      Montani Calabresi) si dice convinto che la sopravvivenza di queste strutture è legata a una caratterizzazione degli ospedali montani nella forma di ospedali generali, con le attività chirurgiche che li denotano, con servizi diagnostici propri, quali: pediatria, cardiologia, radiologia, dialisi, laboratorio analisi, oltre che il ciclo della gravidanza, incastonandosi nella legge 502/1992, attualmente in vigore e propria degli ospedali di zone disagiate previsti a livello nazionale.

Gli strumenti per evitare che il primo giugno l’esecutività del decreto possa dare origine a soppressioni, a questo punto scellerate, esistono eccome. Il provvedimento potrebbe essere impugnato dallo stesso Presidente della Giunta Regionale, ma qui i tempi rischierebbero di dilungarsi oltremodo; mentre una presa d’atto dello stesso Commissario con la rimodulazione del Decreto (operazione che richiede, di fatto, non più di un giorno di lavoro) potrebbe delineare un’azione compensativa capace di riconoscere alle strutture montane quei prerequisiti sollevati pubblicamente dagli stessi Scura ed Oliverio, mettendo tutto nero su bianco e superando il criterio dei meri annunci che producono solo castelli di sabbia. Il Comocal, pertanto, invita il commissario a rendersi diligente nel voler dare azione immediata ai poteri che gli sono propri, apportando le correzioni oramai necessarie al provvedimento e chiudendo definitivamente questa spinosa vicenda. Al Commissario in forza di quanto esposto, si chiede di voler incontrare il Comocal, (mail inoltrata con posta certificata) che formulerà un proprio documento con proposte sulla riorganizzazione degli ospedali di montagna per come sopra ipotizzato. Tutto da esaurirsi nel giro di una settimana perché i tempi stringono. Da questo ne deriverà il futuro prossimo che il Comocal metterà in atto con ulteriori forme di protesta chiamando alle proprie responsabilità i cittadini dei territori di competenza.

Per questo motivo la Libera Associazione Cittadini Acresi ha deciso di convocare un’assemblea cittadina per il giorno mercoledì 20 maggio alle ore 20, presso il Cinema Nuovo (piazza San Domenico).Per il tema trattato, di vitale importanza per il futuro della nostra città, si invita la popolazione a partecipare attivamente.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

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