sindaci dei comuni montani di Acri, S. Giovanni in Fiore, Serra san Bruno e Soveria Mannelli, si è discusso del futuro dei 4 ospedali di zona montana. Dall’incontro non è emerso nessun atto concreto che serva a congiurare il depotenziamento dei servizi essenziali di assistenza, ma solo vaghe promesse. L’obiettivo, anzi, a nostro parere sarebbe quello di temporeggiare fino alla completa applicazione del piano di deponziamento degli ospedali montani.

Di questo incontro istituzionale si è parlato a Falerna il giorno 14 maggio tra le rappresentanze dei comitati cittadini dei comuni interessati. Da una sua attenta analisi è emerso che si è prodotta l’ennesima discussione con proposte per certi versi già note, che rischiano di restare nel limbo degli annunci e di non produrre dinamiche di vero cambiamento.

Il                     C.O.Mo.Cal.,                       (Comitato                      degli                     Ospedali                      Montani Calabresi) si dice convinto che la sopravvivenza di queste strutture è legata a una caratterizzazione degli ospedali montani nella forma di ospedali generali, con le attività chirurgiche che li denotano, con servizi diagnostici propri, quali: pediatria, cardiologia, radiologia, dialisi, laboratorio analisi, oltre che il ciclo della gravidanza, incastonandosi nella legge 502/1992, attualmente in vigore e propria degli ospedali di zone disagiate previsti a livello nazionale.

Gli strumenti per evitare che il primo giugno l’esecutività del decreto possa dare origine a soppressioni, a questo punto scellerate, esistono eccome. Il provvedimento potrebbe essere impugnato dallo stesso Presidente della Giunta Regionale, ma qui i tempi rischierebbero di dilungarsi oltremodo; mentre una presa d’atto dello stesso Commissario con la rimodulazione del Decreto (operazione che richiede, di fatto, non più di un giorno di lavoro) potrebbe delineare un’azione compensativa capace di riconoscere alle strutture montane quei prerequisiti sollevati pubblicamente dagli stessi Scura ed Oliverio, mettendo tutto nero su bianco e superando il criterio dei meri annunci che producono solo castelli di sabbia. Il Comocal, pertanto, invita il commissario a rendersi diligente nel voler dare azione immediata ai poteri che gli sono propri, apportando le correzioni oramai necessarie al provvedimento e chiudendo definitivamente questa spinosa vicenda. Al Commissario in forza di quanto esposto, si chiede di voler incontrare il Comocal, (mail inoltrata con posta certificata) che formulerà un proprio documento con proposte sulla riorganizzazione degli ospedali di montagna per come sopra ipotizzato. Tutto da esaurirsi nel giro di una settimana perché i tempi stringono. Da questo ne deriverà il futuro prossimo che il Comocal metterà in atto con ulteriori forme di protesta chiamando alle proprie responsabilità i cittadini dei territori di competenza.

Per questo motivo la Libera Associazione Cittadini Acresi ha deciso di convocare un’assemblea cittadina per il giorno mercoledì 20 maggio alle ore 20, presso il Cinema Nuovo (piazza San Domenico).Per il tema trattato, di vitale importanza per il futuro della nostra città, si invita la popolazione a partecipare attivamente.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”