Il giorno 13 settembre scorso, si è tenuto un incontro tra la Libera Associazione Cittadini Acresi e l’associazione ONLUS “Sanità è Vita”, due associazioni no profit impegnate da anni a difesa degli ospedali dei loro comprensori, la Presila ed il Tirreno cosentini. All’incontro, al quale erano presenti i presidenti, Toscano e Cozza, oltre ad alcuni membri dei rispettivi direttivi, si è discusso dell’attuale situazione in cui versano gli ospedali di Acri e Praia a Mare, nonché delle iniziative da intraprendere per il loro rilancio.

L’ospedale di Praia a Mare, ridotto a Centro di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) per effetto del piano di rientro, con l’ultima sentenza del Consiglio di Stato n. 1153/2017, che ha nominato un commissario ad acta per dare esecuzione al giudicato della sentenza n. 2576/2014, deve essere ripristinato con i servizi ed i reparti che aveva in precedenza alla chiusura. “Risulta prioritario – hanno affermato gli esponenti dell’associazione “Sanità è Vita” – il ripristino della sala operatoria ed pieno il recupero della funzionalità del presidio di PS”. Si è evidenziata anche l’anomalia della RM, istallata oltre un anno fa, ma non operativa per mancanza di personale.

“L’ospedale di Acri, – affermano i componenti della LACA – punto di riferimento nella provincia cosentina prima del piano di rientro, è passato da 120 posti letto a non più di 50, e da ospedale per acuti a quello di area disagiata, con la perdita di reparti e di competenze acquisite in oltre 30 anni di attività”.

Entrambe le associazioni concordano sul fatto che il piano di rientro, ha fatto sì che venissero applicate per lo più le parti negative dei decreti commissariali e di rado quelle in cui era previsto un miglioramento dell’offerta sanitaria.

“Nella riorganizzazione della rete ospedaliera, non sono state tenute in considerazione le peculiarità dei territori, col risultato che i calabresi non si possono più curare dignitosamente, e in molti sono costretti ad andare fuori regione”. “Risulta necessario – continuano i componenti delle associazioni – eliminare la tipologia di ospedale di area disagiata, inserendo a pieno titolo entrambi i nosocomi nella rete ospedaliera regionale tramite la rimodulazione dell’offerta sanitaria”. “E’ ormai evidente che l’attuale modello HUB–SPOKE adottato è risultato fallimentare, non in grado di garantire assistenza adeguata ai cittadini calabresi.

Gli Ospedali di area disagiata come Acri e Praia a Mare inseriti nella rete degli ospedali per acuti potrebbero invece eseguire prestazioni di media – bassa intensità di cure, in modo da non gravare sugli Hub e Spoke di riferimento ormai al collasso.

I rappresentanti delle associazioni, infine, di comune accordo fanno appello alla politica locale (sindaci e presidente regionale) e nazionale (deputati, senatori e ministro della Salute), affinché ridiano ai calabresi la dignità di curarsi nel proprio territorio, con l’adozione di un nuovo modello di rete ospedaliera efficiente e funzionale.

A conclusione dell’incontro, sono state definite le prossime iniziative da intraprendere in maniera unitaria, per far sentire la voce dei cittadini ed il disagio che essi stanno vivendo.